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La Russia uccide anche d’inverno. Il caro-energia fa crescere i morti in Europa

(Roma, 26 novembre 2022). Questo inverno, l’arma energetica russa potrebbe mietere migliaia di vite anche in Europa. Il caro-energia è correlato alle morti in eccesso, le bollette sono alle stelle, e l’Italia è particolarmente vulnerabile. Ecco le stime del modello statistico dell’Economist

Per fiaccare la resistenza ucraina, Vladimir Putin sta facendo piovere missili sull’infrastruttura energetica del Paese. Una mossa tanto odiosa quanto efficace – valsa alla Russia l’appellativo di Stato terrorista – che sta lasciando gran parte del Paese senza luce, gas e riscaldamento con l’inverno alle porte. Mosca sta utilizzando il gelo come moltiplicatore del suo attacco energetico a Kiev. Ma applica la stessa strategia anche alla sua guerra ibrida contro l’Europa.

Il Cremlino scommette sull’accoppiata inverno-bollette per disgregare l’unità dell’Ue e minare il suo supporto all’Ucraina. La leva più importante di Putin sono le forniture di gas, e tagliandole negli scorsi mesi ha fatto schizzare in alto il caro-vita. Il Vecchio continente ha risposto riempiendo le proprie riserve in vista dell’inverno e approntando protezioni per i più esposti, ma l’aumento del costo dell’energia sta colpendo duramente la popolazione europea, specie le fasce interessate dalla povertà energetica.

Il punto, rileva l’Economist, è che a questi prezzi potrebbero morire più europei di quanti soldati (da ambo le parti) abbiano perso la vita in Ucraina. Il caro-energia è storicamente correlato alle morti in eccesso, e in Ue i costi medi reali di gas ed elettricità per uso residenziale sono aumentati del 144% e del 78% rispetto agli ultimi vent’anni. In Italia (leggi sotto) è ancora peggio.

LE STIME DELL’ECONOMIST

Il modello statistico costruito dall’Economist tiene conto di quattro fattori-chiave: temperature, gravità della stagione influenzale, costo dell’energia e la relazione storica con il numero di morti. Va detto, e lo rimarca la testata stessa, che i costi assolutamente innaturali di quest’anno possono falsare le stime: le variabili sono tante, e la relazione tra i costi dell’energia e i decessi potrebbe divergere rispetto agli anni scorsi. L’unica conclusione certa fornita dal modello è che se gli schemi del 2000-2019 continuano a valere nel 2022-23, l’arma energetica della Russia si rivelerà letale per Europa.

“Con i prezzi dell’elettricità vicini ai livelli attuali, in un inverno tipico morirebbero circa 147.000 persone in più (il 4,8% in più rispetto alla media) rispetto al caso in cui tali costi tornassero alla media del periodo 2015-19. Con temperature miti – utilizzando l’inverno più caldo degli ultimi 20 anni per ciascun Paese – la cifra scenderebbe a 79.000, con un aumento del 2,7%. Con temperature rigide, utilizzando l’inverno più freddo di ciascun Paese dal 2000, la cifra salirebbe a 185.000, con un aumento del 6%”, scrive il settimanale britannico. Le stime (necessariamente imprecise) dei soldati morti in Ucraina fluttuano tra i 15 e 80 mila.

L’IMPATTO SULL’ITALIA

L’entità del fenomeno varia a seconda del Paese; l’Italia ha il maggior numero di decessi previsti. Le cause includono l’aumento dei costi dell’elettricità (più 200% rispetto al 2020), l’età media della popolazione e il fatto che nei Paesi caldi d’inverno si muore di più, perché quelli freddi tendono a essere più ricchi e dotati di case con un isolamento migliore.

Il Bel paese si piazza tra gli ultimi posti in Ue per povertà energetica: si stima che almeno nove milioni di italiani ne siano affetti; la concentrazione è dalle due alle tre volte più alta nel Mezzogiorno, e il numero è sottostimato. Risultato, secondo il modello dell’Economist: se la media ventennale italiana è di 230 morti per settimana, quest’anno lo scenario migliore porta a 265. Quello peggiore, 320.

Il modello non tiene conto dei sussidi del governo, che dovrebbero limitare l’impatto delle bollette invernali. L’Italia, poi, dispone di altri ammortizzatori. Da noi i riscaldamenti condominiali sono diffusi (dove ogni casa ha la sua caldaia la crisi colpisce più direttamente i singoli) ed esiste un forte “welfare energetico”, sia istituzionale che del terzo settore, in grado di arginare i casi più gravi di povertà energetica. Insomma, la realtà dei fatti dovrebbe neutralizzare le previsioni più nefaste. Ma rimane il fatto che il costo della guerra di Putin si misurerà anche in vite dell’Europa occidentale.

Di Otto Lanzavecchia. (Formiche)

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