Istanbul: fermata studentessa italiana alla manifestazione contro la violenza sulle donne

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(Roma, 26 novembre 2022). Le attiviste: « Domani Dalila Procopio sarà trasferita in un centro di rimpatrio ». La giovane ha studiato in Turchia e ora si trovava nel Paese con un visto turistico. « Sta bene ed è risucita a parlare con i suoi cari »

Dopo il caso del 2018 dell’attivista italiana fermata in Turchia e poi rilasciata, un altro arresto fotocopia. Stavolta, la ragazza italiana arrestata ieri a Istanbul durante un corteo femminista non autorizzato dalla Prefettura si chiama Dalila Procopio. Domani la giovane sarà trasferita in un centro di rimpatrio. Lo ha dichiarato un’avvocatessa che fa parte del gruppo di attiviste che hanno organizzato la dimostrazione in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Dalila Procopio aveva passato un periodo in Turchia come studentessa Erasmus e, dopo il rientro in Italia, era tornata a Istanbul in settembre con un visto turistico.

La Farnesina

Nel pomeriggio era stata la Farnesina a confermare il fermo della giovane, spiegando di essere in contatto con il padre della  e con le autorità turche, e che « si sta lavorando per risolvere positivamente la situazione ». A denunciare inizialmente il fermo  era stata l’associazione turca di attiviste Mor Dayanisma, secondo cui anche una donna dell’Azerbaigian è stata trattenuta dopo aver partecipato alla manifestazione.

Il post su Instagram

« Due donne, dall’Azeirbaigian e dall’Italia, sono ancora detenute e potrebbero essere espulse », si legge in un post su Instagram dell’associazione che ha denunciato una « violenta repressione della polizia » contro le manifestanti e decine di arresti. Sono state circa 200 le donne fermate durante la manifestazione. Molte donne hanno deciso di scendere in piazza a Istanbul, nononostante le autorità avessero vietato la manifestazione. Secondo quanto riferito dalle attiviste, la polizia ha immediatamente circondato le manifestanti, per poi procedere con i fermi, insulti, minacce e perquisizioni. L’associazione ha anche pubblicato la foto di una giovane a cui sarebbe stata spezzata una gamba in due punti durante la custodia della polizia. Sempre secondo le attiviste, agli avvocati volontari è stato impedito di incontrare le donne fermate, la maggior parte delle quali è stato poi rilasciata durante la notte e nella mattinata di oggi.

A cura di Redazione Cronaca. (La Repubblica)