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Gli USA continueranno a sostenere l’Ucraina anche se dovesse attaccare la Crimea

(Roma, 19 novembre 2022). Nella giornata di mercoledì 16, il Pentagono ha tenuto una conferenza stampa in cui il Segretario alla Difesa Lloyd Austin e il capo di Stato maggiore, il generale Mark Milley, hanno riferito a seguito della riunione dell’Ukrainian Defense Contact Group.

I due massimi esponenti della Difesa statunitense hanno ribadito fermamente il sostegno di Washington a Kiev: Lloyd Austin ha infatti affermato che “continueremo a sostenere il diritto fondamentale dell’Ucraina a difendersi e a difendere l’ordine internazionale basato su regole” ovvero gli Stati Uniti, e loro alleati, continueranno a inviare armamenti all’Ucraina.

Il Segretario Austin ha, da questo punto di vista, precisato che i missili Nasams da difesa aerea inviati sono ora operativi, e ringraziando gli alleati della Nato ha sottolineato lo sforzo formativo di questi ultimi, con più di 19mila soldati ucraini addestrati sino a oggi dal solo Regno Unito, e l’ultimo impegno a fornire armamenti, come i missili Hawk spagnoli, l’artiglieria e i sistemi da difesa aerea (Iris-T n.d.r.) tedeschi, e il munizionamento greco e polacco.

Austin per quanto riguarda gli armamenti è stato molto chiaro: ha affermato che “continueremo a difendere i diritti inalienabili dell’Ucraina a difendersi. Continueremo a rafforzare la nostra unità e determinazione. Continueremo a mostrare il potere del partenariato e continueremo a rafforzare le forze armate ucraine fornendo loro le capacità di cui hanno bisogno per difendere il loro Paese e continueremo ad aiutare il popolo ucraino nella sua lotta per la libertà”.

Il generale Milley, nel suo intervento, ha ribadito la postura di Austin sul supporto all’Ucraina, illustrando anche i successi di Kiev ottenuti recentemente sul campo di battaglia che hanno scompaginato i piani russi per “rovesciare Zelensky e il suo governo”, ma ha anche aperto uno spiraglio di trattativa con Mosca. Milley ha infatti affermato che l’arrivo della stagione invernale facilmente potrebbe portare a un rallentamento delle operazioni da parte dei russi, che infatti, in queste settimane, si stanno “stabilizzando” sull’intera linea del fronte.

Sebbene il gelo potrebbe prestarsi ad azioni offensive, il generale ha affermato che in quel periodo, secondo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e lo stesso Zelensky, potrebbe esserci una soluzione politica per il conflitto e quindi l’apertura per le trattative. Tuttavia, Milley ha ribadito che “c’è una bassa probabilità che l’Ucraina possa costringere militarmente la Russia a lasciare tutto il territorio ucraino che occupa, compresa la Crimea”, a meno che non avvenga un improvviso collasso dell’esercito russo o che si ritiri spontaneamente dal territorio invaso, qualcosa che comunque egli ritiene improbabile, anche se non impossibile.

Per quanto riguarda la volontà ucraina di liberare la Crimea, il capo di Stato maggiore ha affermato che “faremo tutto ciò che è in nostro potere per assicurarci che abbiano i mezzi per raggiungere i loro scopi e obiettivi”. Obiettivi che “non sono nostri. E quindi non abbiamo prescritto agli ucraini cosa possono e non possono fare. Pertanto il nostro obiettivo è continuare a fornire loro i mezzi per avere successo nei loro sforzi”. Milley è stato molto chiaro quando ha affermato che “ancora una volta, la Crimea è una questione che deve essere ponderata e risolta dalla leadership ucraina”.

Il fine degli Stati Uniti, quindi, è quello di supportare gli ucraini nei loro obiettivi per permettere a Kiev di negoziare con Mosca da posizioni di forza, e sebbene entrambe le massime cariche militari statunitensi ritengano che sia molto improbabile che l’esercito ucraino possa liberare tutti i territori occupati dalla Russia, Crimea compresa, il sostegno militare Usa non cesserà “per tutto il tempo necessario”.

L’esercito russo è in difficoltà per quanto riguarda gli approvvigionamenti di alcune tipologie di armamenti, come ha sottolineato ancora una volta il segretario Austin quando ha affermato che “li abbiamo visti sforzarsi per ottenere abbastanza munizioni per combattere nel modo in cui vogliono combattere, quindi stanno contattando l’Iran, stanno contattando la Corea del Nord. Penso che quei Paesi probabilmente forniranno loro alcune capacità”.

Qualcosa che vi avevamo già anticipato e che, per quanto riguarda Teheran, potrebbe portare a risvolti politici non previsti per quanto riguarda la posizione di Israele, che proprio in questi ultimi giorni ha fatto sapere di aver tolto il veto sull’invio di armi con componenti israeliane a quei Paesi che volessero spedirle in Ucraina (leggasi missili anticarro Spike, ma non solo).

In linea generale, però, quanto sin qui detto da Milley e Austin ci permette di ipotizzare che gli Stati Uniti intendano continuare a logorare il potenziale bellico russo finché potranno, in modo da allontanare una minaccia nel teatro europeo per potersi concentrare, e far concentrare gli alleati, su quella che è la vera minaccia per Washington, ovvero la Cina.

Durante la conferenza il generale capo di Stato maggiore ha infatti ricordato che “la Cina è la minaccia incessante” in quanto “è l’unico paese là fuori che geopoliticamente ha il potenziale di potere per rappresentare una sfida significativa per gli Stati Uniti”. I cinesi, prosegue Milley, “vogliono essere la potenza numero uno al mondo entro la metà del secolo, entro il 2049. E vogliono farlo a livello militare, diplomatico, informativo, economico e così via”.

Washington quindi ha scelto di isolare la Russia, spingendola verso la Cina, e intenderebbe dissanguarla ma senza giungere a un’escalation in modo da farla retrocedere a potenza di seconda linea, pur avendo il più grande arsenale nucleare insieme a quello statunitense.

Quanto affermato nella conferenza stampa ha anche una seconda interpretazione, resasi possibile sulla scorta delle reazioni ucraine all’incidente in Polonia avvenuto martedì sera che hanno provocato alcuni malumori tra gli alleati della Nato. Il Financial Times, infatti, riporta che un diplomatico di un Paese dell’Alleanza non meglio precisato, a Kiev, ha dichiarato che “sta diventando ridicolo. Gli ucraini stanno distruggendo la (nostra) fiducia in loro. Nessuno sta incolpando l’Ucraina e stanno apertamente mentendo. Questo è più distruttivo del missile” lasciando trasparire una certa insofferenza per l’atteggiamento ucraino che potrebbe anche essere legata alle continue e pressanti richieste da parte di Kiev di maggiore impegno della Nato. Le parole di sostegno incondizionato all’Ucraina pronunciate da Austin e Milley potrebbero quindi essere anche un messaggio agli alleati.

Di Paolo Mauri. (Il Giornale/Inside Over)

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