Sottomarino russo in azione per bloccare Nord Stream ?

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(Roma, 29 settembre 2022). Le esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti nel mar Baltico aprono un nuovo fronte nella crisi energetica in Europa che non riguarda più solo la sicurezza delle forniture, ma anche le infrastrutture strategiche. Ma chi c’è dietro quello che sembra essere un attentato ?

Molte ipotesi, convergenze di cui prodest, ma finora nessuna prova concreta. In attesa di scandagliare tutti i rilevamenti satellitari e delle sonde marine dell’area, l’ipotesi principale è tuttavia ufficiosamente quella che i gasdotti Nord Stream 1 e 2 siano stati tranciati con un blitz dall’intelligence russa.

Operazione “podvodnyy gazoprovod”, ovvero gas dotto sottomarino in russo: qualunque sia il nome in codice eventualmente scelto da Mosca, a compiere a 80/100 metri di profondità la sofisticata e rischiosa operazione di sabotaggio potrebbe essere stato il direttorato della Flotta del nord del Gru, il servizio d’intelligence militare russo.

Viene ipotizzato che per compiere il blitz nel mar Baltico possa essere stato utilizzato un sommergibile a propulsione silenziosa della classe Lada, l’ultima generazione dei sottomarini strategici della marina russa.

Dal sommergibile sarebbero usciti i sub che hanno piazzato le cariche esplosive attorno al gas dotto che collega la Russia all’Europa, nel tratto tra Danimarca e Svezia.

Fonti militari del quotidiano britannico The Guardian escludono, invece, l’impiego di un sottomarino. La scarsa profondità delle acque, a volte inferiore ai 100 metri, permetterebbe infatti di individuare facilmente tale unità. Appare quindi più probabile l’azione di subacquei incursori che, portati sull’obiettivo da una nave commerciale, avrebbero piazzato delle cariche esplosive, forse giorni o settimane prima.

Cariche esplosive che secondo i servizi segreti tedeschi potrebbero aver messo definitivamente fuori uso i due impianti. Il rischio, se non vengono riparati rapidamente i gasdotti, é che entri troppa acqua salata e corroda in maniera irreversibile le tubazioni.

“I danni avvenuti contemporaneamente su tre linee offshore in un solo giorno “sono senza precedenti” conferma l’operatore della rete Nord Stream, secondo quanto riporta Ria Novosti. L’azienda ha inoltre dichiarato l’impossibilità di stimare quando sarà ripristinata la capacità operativa del sistema di reti del gas.

Le stazioni di misurazione sismologica sia in Svezia che in Danimarca hanno registrato le forti esplosioni sottomarine. “Non c’è dubbio che si tratti di esplosioni”, ha affermato Björn Lund, docente di sismologia presso la Swedish National Seismic Network.

“Sembra proprio si tratti di un attentato. È infatti molto raro che un gasdotto possa avere una rottura o una perdita”, ha confermato Nicola Monti, amministratore delegato Edison, oggi a margine dell’Energy Summit 2022, organizzato dal Sole24Ore a Milano. “I gasdotti sono costantemente monitorati, anche su una eventuale situazione di corrosione, quindi, è veramente strano che possa succedere una rottura e soprattutto su una condotta che ha un importanza così forte sia per il fornitore che per il consumatore”, ha aggiunto Nicola Monti.

“Quanto è accaduto nel Mar Baltico è particolarmente grave e, soprattutto, molto pericoloso per la situazione che viviamo nel cuore dell’Europa da oltre sette mesi. Non abbiamo ancora certezze sulle cause dell’evento, ma si fa concretamente strada l’ipotesi che sia stata una deliberata azione di sabotaggio, diretta ad aggravare la situazione di carente disponibilità di gas per i Paesi dell’Europa occidentale, già pesantemente penalizzati dalle limitazioni determinatesi dopo l’attacco russo in Ucraina”, commenta il generale Mauro Del Vecchio, già Comandante dell’operazione Isaf in Afghanistan e, successivamente, al vertice del Comando Operativo di Interforze. “Se comprovato, il fatto rappresenterebbe senza alcun dubbio – continua De Vecchio – un salto di qualità della vicenda bellica nel Continente europeo ed un ulteriore allargamento del conflitto, con possibili ripercussioni estremamente pericolose”.

Le esplosioni che hanno danneggiato i gasdotti Nord Stream 1 e 2 aprono un nuovo fronte nella crisi energetica in Europa che non riguarda più solo la sicurezza delle forniture, ma anche le infrastrutture strategiche. Nel mar Baltico al momento, la fuoriuscita di gas rende impossibile effettuare rilevazioni sulle condutture.

Il ministro della Difesa della Danimarca, Morten Bodskov, ha spiegato che potrebbero essere necessarie fino a due settimane per avere un quadro della situazione, nel momento in cui le turbolenze dovute alla perdita di gas permetteranno di scendere in profondità fino a circa 80-100 metri e controllare i danni effettivi e la loro potenziale origine.

Di Gianfranco D’Anna. (Formiche)