Èescalation nell’invasione dell’Ucraina: Vladimir Putin annuncia la mobilitazione parziale allertando 300.000 riservisti e il ministro della Difesa Sergei Shoigu riduce di dieci volte il numero dei militari morti. Dopo la chiamata alle armi della popolazione civile, sono andati esauriti, nel giro di poche ore, i voli da Mosca verso Georgia, Turchia e Armenia, destinazioni dove i russi possono entrare senza visto (dati Aviasales, ndr), mentre al confine tra Russia e Finlandia si registrano code di auto lunghe 40 km. Il movimento anti-guerra Vesna ha indetto una protesta contro la decisione del numero uno del Cremlino e su Twitter si stanno moltiplicando video e foto di persone che espongono cartelli contro la mobilitazione e il dispiegamento di poliziotti a Novosibirsk per reprimere ogni dissenso.
I russi non sarebbero disposti a morire per la guerra “imperiale” voluta da Putin, non è un caso che fonti del Cremlino diffondano falsi bollettini su quanti soldati russi siano deceduti. Lo Stato maggiore delle Forze armate ucraine parla di “circa 55.110” russi morti dallo scorso 24 febbraio, quando è scattata l’“operazione militare speciale”, cifre in netto contrasto con quelle del ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu che oggi, dopo mesi di silenzio, ha quantificato le perdite “in 5.937 persone, mentre più di 61.200 militari ucraini sono morti e circa 49.400 sono rimasti feriti”.
Ma il canale Generall SVR ha smentito Shoigu in un post su Telegram rivelando il contenuto del report odierno: “Nella relazione mattutina consegnata al presidente Putin l’irrimediabile perdita operativa militare è di 59.737 persone. I prossimi dati saranno ricevuti venerdì 23 settembre. Nota bene: Shoigu ha ridotto il numero di morti esattamente di 10 volte !”.
(Il Tempo)