Mali: lo Stato islamico prende il controllo di Talatayet dopo pesanti combattimenti con l’esercito

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(Roma, 07 settembre 2022). Le Forze armate maliane (Fama) sono state costrette a battere in ritirata, abbandonando divise, armi e due veicoli blindati

Dopo ore di pesanti combattimenti, i miliziani dello Stato islamico hanno preso il controllo dell’area di Talatayet, nella regione centrale di Gao, in Mali. Lo riferiscono fonti di stampa locali, aggiungendo che le Forze armate maliane (Fama) sono state costrette a battere in ritirata, abbandonando divise, armi e due veicoli blindati ora in possesso dei jihadisti. Questi ultimi, membri della fazione saheliana dell’Is – lo Stato islamico nel Grande Sahara (Eigs) – si sarebbero scontrati dapprima contro fazioni dello Jnim (Jama’at Nasr al Islam wal Muslimin, Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani), affiliato ad al Qaeda, quindi con le truppe dell’esercito maliano intervenute a sostegno dei tuareg. Secondo diverse fonti i combattimenti sono avvenuti oggi pomeriggio, mentre ieri l’aviazione maliana ha bombardato posizioni dello Stato islamico. I raid, confermati direttamente in un comunicato dello Stato maggiore generale dell’esercito maliano, hanno interessato un’area – quella di Talataye – che in precedenza era coperta dalla missione a guida francese Barkhane. Da quando le forze francesi ed europee si sono ritirate dal Mali la regione di Gao e le zone circostanti sono state difese dalla coalizione tuareg, sostenuta dalle forze armate maliane.

Il bombardamento su Talataye è stato confermato anche da Moussa Ag Acharatoumane, fondatore del Movimento per la salvezza dell’Azawad (Msa), che riunisce gli ex gruppi ribelli tuareg firmatari dell’accordo di pace con il governo di Bamako. A marzo lo Stato islamico ha lanciato un’offensiva che ha colpito diverse località al confine tra Mali e Niger – fra queste Tamalat e Inchinanane – con un pesante tributo di vittime pagato in particolare dalla comunità berbera di Daoussahak, tribù dominante nella regione di Menaka e i cui membri compongono la fazione del movimento Msa rimasta fedele al suo fondatore Moussa Ag Acharatoumane. Secondo fonti locali, oltre 100 civili sarebbero stati uccisi in ripetuti attacchi condotti dai jihadisti in zona, mentre i combattenti dell’Azawad tentano di organizzare una risposta armata e anche oggi hanno ingaggiato scontri con i miliziani.

La recrudescenza di attacchi jihadisti in questa parte del Mali coincide con l’avviato ritiro delle truppe francesi ed europee dal Paese saheliano in seguito ai dissapori consumatisi fra Parigi e la giunta militare al potere a Bamako dopo il doppio colpo di Stato del 2020 e 2021. Nel giro di sei mesi, la Francia ha dimezzato dagli oltre 5mila effettivi a circa 2.500 uomini la sua presenza militare in Mali, organizzata nella missione Barkhane e nella Task force europea Takuba: il progressivo ritiro ha interessato da gennaio le basi militari di Gossi, Menaka e Gao, che sono state chiuse, e che sono vicine ad aree oggi sono interessate da nuovi violenti attacchi. La chiusura delle basi di Menaka e Gao, dov’erano presenti i militari italiani di stanza in Mali, ha comportato il trasferimento degli uomini verso altre destinazioni regionali, in particolare il Niger, che ha ufficialmente dato disponibilità ad accogliere le truppe.

(Nova News)