Libano-Israele: stampa Beirut, accordo su demarcazione confini «non imminente»

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Un accordo sulla demarcazione dei confini marittimi tra Libano e Israele sembra ancora lontano. Il vicepresidente del Parlamento libanese, Elias Bou Saab, intende contattare il mediatore statunitense Amos Hochstein nei prossimi due giorni per informarsi sugli ultimi sviluppi dopo il “silenzio” delle ultime settimane. Secondo quanto riferisce il quotidiano libanese vicino al movimento sciita Hezbollah “Al Akhbar”, attualmente Hochstein sta « conducendo riunioni a Washington per finalizzare l’accordo », ma parlare di un’intesa imminente “è esagerato, dato che siamo ancora di fronte a tre scenari: finalizzare l’accordo; posticipare i lavori presso il campo gasifero offshore di Karish; completare le trivellazioni e le esplorazioni che porterebbero però ad uno scontro militare”. Secondo il giornale libanese, il mediatore Usa potrebbe incontrare nei prossimi giorni una nuova delegazione israeliana per continuare le discussioni. Le fonti hanno aggiunto che il mediatore statunitense Hochstein « non ha comunicato con nessun funzionario libanese da quando ha lasciato il Libano dopo la sua ultima visita a Beirut ».

Hochstein sarebbe stato informato durante la sua visita a Tel Aviv a inizio mese del rifiuto di Israele della proposta libanese sulla questione. Lo hanno riferito fonti al sito di notizie libanese « El Nashra », secondo cui un’atmosfera « negativa » avrebbe contraddistinto la visita di Hochstein. Pertanto, anche alla luce dell’operazione militare israeliana « Breaking Dawn » della scorsa settimana lanciata sulla Striscia di Gaza, sarebbe scemato l’interesse verso il fascicolo della demarcazione marittima e “verranno date notizie negative durante la prossima visita del mediatore statunitense a Beirut”, prevista nelle prossime settimane.

La disputa tra Libano e Israele riguarda 860 chilometri quadrati di territorio marittimo ricco di idrocarburi, che si estende lungo il confine di tre blocchi energetici del Libano meridionale, nel bacino del Mediterraneo. Sia Beirut sia la controparte israeliana sostengono che tale area rientri nella propria Zona economica esclusiva (Zee), il che, negli ultimi anni, ha dato il via a diversi cicli negoziati mediati dagli Usa, volti a definire la demarcazione dei confini marittimi. L’ultimo round di colloqui aveva avuto inizio nel 2020, ma si è interrotto dopo che Beirut ha chiesto di modificare la mappa utilizzata dalle Nazioni Unite. La parte libanese, inoltre, aveva chiesto di includere nella propria zona altri 1.430 chilometri quadrati dell’area marittima contesa, in aggiunta agli 860 reclamati in precedenza. La nuova richiesta comprenderebbe anche il giacimento di gas di Karish, dove, a giugno 2022, Israele ha inviato una piattaforma galleggiante di estrazione gestita dalla società energetica greca Energean, quotata a Londra.

(Agenzia Nova)