Gorbaciov, l’Italia e Giovanni Paolo II

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(Roma, 30 agosto 2022). Era membro della segreteria del Pcus, la prima volta che arrivò a Roma in veste ufficiale per i funerali di Enrico Berlinguer. Nel 1989 arrivò a Roma come presidente dell’Unione Sovietica e fu il primo leader dell’Urss ad entrare in Vaticano

Era il 1984 e Mikhail Gorbaciov guidò la delegazione ufficiale del partito comunista sovietico che giunse a Roma per rendere omaggio alla salma di Enrico Berlinguer. Possibile pensare che già in quelli anni Gorbaciov sentisse delle affinità con il segretario del partito comunista italiano già così lontano dal rigorismo sovietico a cui molti suoi compagni di partito erano ancora molto vicini.

Un anno dopo Gorbaciov, l’11 marzo del 1985, viene eletto all’unanimità segretario generale del partito comunista. Ha 54 anni, nel suo curriculum una brillante e immacolata carriera di dirigente. Era entrato nel partito a 21 anni occupandosi dei problemi agricoli delle terre dove era nato, a ridosso del Caucaso.

I suoi rapporti con l’Italia diventano sempre più stretti: Bettino Craxi, presidente del Consiglio e Sandro Pertini, presidente della repubblica, scambiano con il leader sovietico reciproci gesti di cortesia. Gorbaciov guardava l’Occidente sempre con più interesse.

A differenza dei suoi predecessori, Gorbaciov viene ritenuto nei paesi europei l’uomo che potrebbe rompere con la vecchia guardia.

Gli ottimi rapporti con il nostro paese sono suggellati con il viaggio di Gorbaciov a Roma nel 1989. Lui e la moglie arrivarono in una mattinata di sole del 29 novembre ricevuti sotto l’Iliushin 62 dell’Aeroflot dal presidente del Consiglio, Giulio Andreotti. Il presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, sta aspettando al Quirinale. I romani lo accolgono con applausi per le vie del centro di Roma. Con la moglie Raisa visita il Colosseo.

Durante il pranzo di stato offerto da Cossiga, Gorbaciov dice che “La guerra fredda è terminata, o sta terminando, non perché ci sono vincitori e vinti, ma perché non ci sono più né gli uni né gli altri”.

Il 1 dicembre un presidente sovietico entra per la prima volta in Vaticano ricevuto da Giovanni Paolo II. Si tratta del primo faccia a faccia tra un Papa cattolico ed un Presidente dell’est, alla vigilia dell’inizio del crollo dell’impero comunista. Gorbaciov annuncia l’intenzione di stabilire relazioni con la Santa Sede e la volontà di invitare il Papa a Mosca. Visita che non avverrà.

(Rai News)