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Chi ha sparato all’uomo della valigetta nucleare di Putin

(Roma, 24 giugno 2022). Dopo la morte di diversi manager e funzionari russi, questa volta è stato trovato con un colpo in testa Vadim Zimin, ex uomo della sicurezza del presidente russo ed incaricato di portare la valigetta nucleare. Era agli arresti domiciliari per corruzione

Un altro mistero nell’entourage di Vladimir Putin, questa volta per un presento tentato suicidio. Vadim Zimin, ex guardia del corpo del presidente russo, è stato ritrovato col segno di un colpo di pistola in testa dal fratello, all’interno del suo appartamento a Krasnogorsk, vicino Mosca. È in terapia intensiva e secondo i medici rischia di morire.

Il quotidiano britannico The Mirror racconta che Zimin è stato collaboratore durante la presidenza di Boris Eltsin, tra il 1991 e il 1999.  Successivamente, è stato colonnello durante il mandato di Putin, ma non è ancora chiaro con quale ruolo specifico. Si sa, però, che era l’uomo incaricato di portare e sorvegliare la valigetta con i codici nucleari russi.

Sebbene si parli di una “valigetta nucleare”, in realtà le cheguets (il nome in russo) sono tre. Una accompagna ovunque il presidente russo e le altre due sono sotto la custodia del ministro della Difesa e del capo dello Stato maggiore congiunto. Pesano circa 10 chili, hanno un telefono integrato e un terminale con codici criptati. Per un attacco nucleare, almeno due devono essere attivate, e una di queste deve essere necessariamente del presidente russo.

Zimin è stato trovato nella cucina del suo appartamento in una pozza di sangue. Vicino al corpo una pistola Izh 79-9TM, conosciuta anche come “Makarych”. Secondo i report della polizia il fratello era in casa, in bagno, quando ha sentito lo sparo. Mentre la moglie di Zimin è attualmente in servizio di assistenza ai feriti della guerra in Ucraina in quanto medico.

Da quanto si legge sul quotidiano russo Moskovsky Komsomolets, l’ex guardia del corpo di Putin era indagato per corruzione e si trovava agli arresti domiciliari. L’accusa è di avere accettato un ricatto nel servizio di dogana, dove occupava un incarico di potere.

Di Rossana Miranda. (Formiche)

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