(Roma, Parigi, 21 giugno 2021). Putin ha annunciato che il missile balistico intercontinentale pesante Sarmat sarà pronto per il combattimento già a fine anno. Il vettore con testate nucleari può potenzialmente raggiungere gli Stati Uniti
Questione di mesi e il super missile balistico Sarmat sarà pronto per il combattimento. Vladimir Putin ha fatto scattare l’ideale conto alla rovescia: incontrando al Cremlino i giovani diplomati dell’accademia militare, il presidente russo si è lasciato andare a un annuncio rivolto soprattutto all’esterno, ai Paesi che egli stesso considera ostili. Nemici. La potente arma russa dalla gittata intercontinentale, che può montare testate atomiche, sarà operativa entro la fine dell’anno. Secondo il ministero della difesa di Mosca, il vettore in questione sarà in grado di « penetrare ogni sistema di difesa missilistica esistente o futura ».
Il messaggio è chiarissimo: nel mezzo della complessa guerra in Ucraina, la Russia non ha mai smesso di testare nuove armi, con l’obiettivo di rafforzare il proprio potenziale difensivo e offensivo. Il missile balistico intercontinentale pesante Sarmat – chiamato anche « Satan 2 » – rientra proprio in questa strategia aggressiva e di deterrenza. Il vettore era stato collaudato con successo lo scorso aprile nel cosmodromo di Plesetsk, con un lancio al quale aveva assistito lo stesso Putin. In quell’occasione, lo Zar aveva ostentato una certa soddisfazione ed era subito andato alle minacce. « Quest’arma davvero unica rafforzerà il potenziale di combattimento delle nostre forze armate, assicurerà in modo affidabile la sicurezza della Russia dalle minacce esterne e farà riflettere coloro che, nel fervore di una retorica frenetica e aggressiva, cercano di minacciare il nostro Paese », aveva affermato il capo del Cremlino.
Il ministero della difesa di Mosca, da parte sua, aveva riferito che quello avvenuto ad aprile sarebbe stato il primo di una serie di lanci programmati, con l’obiettivo di arrivare rapidamente all’inserimento del missile nell’arsenale dello Zar. Il raggiungimento di quel traguardo ora ha un orizzonte temporale fissato: il Sarmat sarà operativo entro il 2022. A quanto si apprende, i primi missili andranno a rimpiazzare i R-36M2 Voevoda della base di Krasnoyarsk, nella Siberia centrale. In virtù della sua potenza, il Sarmat potrà potenzialmente raggiungere e colpire anche gli Stati Uniti: uno scenario terribile, evocato più volte e con certo sadismo dai propaganditi dello Zar che imperversano sulle emittenti russe.
Di recente, anche il capo dell’agenzia spaziale russa, Dmitry Rogozin, aveva spiegato ad alcuni studenti che il missile Sarmat sarebbe stato in grado di distruggere « mezza costa di un continente », con effetti devastanti. Ma stamani, incontrando i futuri ufficiali dell’esercito di Mosca, Putin ha anche aggiunto altri dettagli bellici destinati a offrire un’immagine forte della Russia. « Oltre alle nuove armi testate sul campo di battaglia, le truppe russe hanno iniziato a ricevere i sistemi di difesa antiaerea e anti-missile balistico di ultima generazione S-500, che non hanno rivali al mondo », ha sottolineato il presidente della Federazione russa.
Infine, l’ulteriore avvertimento. « Sulla base delle lezioni dei conflitti armati moderni, miglioreremo la composizione delle forze armate », ha dichiarato Putin, secondo alcuni con un implicito riferimento difficoltà riscontrate anche in Ucraina. Da parte dello Zar, però, nessuna ammissione di debolezza. Anzi. « Dovremo impiegare robotica, nuovi strumenti di comando e ricognizione, usare molto di più i droni, sviluppare attivamente armi basate su nuovi principi fisici », ha spiegato il capo del Cremlino, menzionando « armi laser ed elettromagnetiche e di altro tipo », ha detto Putin. « Proseguiranno l’addestramento intenso e la cooperazione con i nostri alleati », ha poi concluso.
Di Marco Leardi. (Il Giornale)