Ucraina: Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz a Kiev per incontrare Volodymyr Zelensky

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I tre leader sono arrivati nella capitale: erano partiti ieri sera in treno e hanno avuto un colloquio durato circa due ore. Sul tavolo l’adesione di Kiev all’Ue, la crisi del grano e la fornitura di nuove armi
Ribadire il sostegno all’Ucraina, vittima dell’aggressione russa, e tentare allo stesso tempo di esplorare possibili vie d’uscita dalla guerra, che si porta dietro la drammatica appendice della crisi del grano. Sono questi gli obiettivi del viaggio che ha portato oggi a Kiev il presidente del Consiglio Mario Draghi, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, arrivati nella capitale verso le 8.30 di stamattina.
I tre leader sono stati immortalati in un vagone del treno diretto a Kiev, dove incontreranno il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ansa, che si trova sul posto, riferisce che Draghi, Macron e Scholz hanno avuto un colloquio durato circa due ore subito dopo la partenza del convoglio ieri sera.
Il viaggio in Ucraina dei tre leader, il primo in assoluto dall’inizio della guerra, non prevede altre tappe oltre la capitale (è stato escluso un blitz a Odessa) e cade in una fase molto complicata, perché sul terreno l’esercito russo continua a guadagnare terreno intensificando la potenza di fuoco sul Donbass, mentre gli ucraini si difendono strenuamente ma sono sempre più esausti e si aspettano un sostegno più deciso dagli alleati europei.
Centrale nell’incontro a quattro sarà anche il tema dell’adesione di Kiev all’Ue. La Commissione si appresta a dare proprio il parere favorevole, ma da quel momento in poi la strada sarà in salita perché l’unanimità necessaria al Consiglio non c’è. Tra i più cauti ci sono proprio la Germania e la Francia, e non a caso Macron ha rilanciato la sua proposta di creare una comunità politica europea allargata per accogliere l’Ucraina, in attesa che l’iter di adesione si concluda.
Draghi finora si è mostrato più determinato e aperto nel sostenere lo status di candidato per Kiev, ma anche da Roma si è sempre riconosciuto che il percorso di adesione dovrà avvenire seguendo la (lunga) tempistica dei Trattati.
In cima alle preoccupazioni c’è anche la questione del grano ucraino, con le decine di tonnellate che rischiano di marcire nei silos per il blocco russo dei porti. Per Draghi – convinto sostenitore di un ruolo attivo dell’Onu – è urgente l’apertura di corridoi sicuri per il trasporto, e nel frattempo occorre trovare il modo di immagazzinare i nuovi raccolti, perché una carenza genererebbe squilibri e catastrofi in tutta l’Africa.
Con Zelensky i leader faranno il punto della situazione anche degli sforzi di mediazione portati avanti da partner come la Turchia. E probabilmente a Kiev si parlerà anche di armi, in vista del vertice della Nato di Madrid. Kiev continua a sollecitare nuove forniture da parte degli europei, finora considerati troppo timidi su questo fronte.