I cittadini israeliani sono stati invitati dal ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Yair Lapid, ad annullare eventuali viaggi in programma in Turchia e a lasciare la città Istanbul quanto prima. Lo ha detto lo stesso capo della diplomazia israeliana durante una riunione governativa, evidenziando le recenti minacce poste ai cittadini israeliani da parte dell’Iran. “I recenti tentativi di attacchi da parte delle organizzazioni riconducibili all’Iran nei confronti di cittadini israeliani sono una minaccia reale e immediata ed è per questo che invito gli israeliani in procinto di recarsi in Turchia in vacanza ad annullare tali viaggi”, ha detto Lapid. “Se siete già a Istanbul, tornate in Israele il prima possibile (…). Se avete pianificato un volo per Istanbul, cancellatelo”, ha aggiunto Lapid, citato dal quotidiano “Jerusalem Post”. Infine, il ministro israeliano ha ringraziato la Turchia per “la protezione offerta ai cittadini dello Stato ebraico presenti sul territorio turco” e avverto gli agenti e le organizzazioni iraniane che costituiscono un pericolo per l’incolumità dei concittadini di Lapid: “Il braccio di Israele vi raggiungerà e vi colpirà”.
Nella giornata di ieri, un rapporto pubblicato dal sito web d’informazione israeliano “Kan News” ha evidenziato che funzionari della sicurezza di Israele e Turchia hanno sventato un tentativo di attacco nei confronti di alcuni cittadini israeliani in Turchia, organizzato da una rete iraniana che opera nel Paese. Da quanto emerso, i funzionari israeliani avrebbero informato la controparte turca sull’intenzione della rete iraniana di compiere un attacco in territorio turco. Lo scorso 30 maggio, l’ufficio antiterrorismo del Consiglio di sicurezza nazionale di Israele ha pubblicato un avviso di viaggio relativo ai viaggi di israeliani in Turchia e nei Paesi confinanti con l’Iran, che la settimana prima aveva accusato lo Stato ebraico dell’omicidio dell’ufficiale dei Guardiani della rivoluzione iraniana (i cosiddetti pasdaran), Hassad Sayyad Khodaei, freddato lo scorso 22 maggio a Teheran.
In una nota stampa, l’ufficio antiterrorismo ha emesso un avviso di viaggio in Turchia, ribadendo che “si tratta di un Paese che attualmente presenta un alto livello di rischio per gli israeliani”. L’avvertimento “deriva da una minaccia tangibile per gli israeliani in Turchia. C’è anche un livello di minaccia più elevato in altri Paesi confinanti con l’Iran. Pertanto, i cittadini israeliani dovrebbero essere vigili e fare attenzione a mostrare tutta la dovuta cautela riguardo ai viaggi in uno di questi Paesi”. Infine, la sicurezza israeliana indica una “crescente preoccupazione per quanto riguarda gli sforzi iraniani volti ad attaccare obiettivi israeliani in tutto il mondo”.
Khodaei è stato colpito da cinque colpi di arma da fuoco nella sua auto da due uomini armati non identificati in motocicletta nel centro di Teheran. Le autorità iraniane devono ancora individuare i sospetti, anche se l’incidente è avvenuto nel cuore di una delle aree più sicure di Teheran: Mohahedin e Eslam Street, dove abitano anche altri alti funzionari dei Guardiani della rivoluzione e del corpo di élite per le operazioni all’estero (Forza Quds). Secondo quanto riferito dai media Usa, Israele, che non ha rilasciato commenti ufficiali sull’incidente, avrebbe alzato il livello di allerta di sicurezza presso le sue ambasciate e consolati in tutto il mondo, temendo un attacco iraniano di rappresaglia. L’assassinio di Khodaei è stato l’omicidio di più alto profilo in Iran dall’uccisione del novembre 2020 del famoso scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh.
Secondo il quotidiano statunitense “The New York Times”, in un articolo pubblicato il 26 maggio 2022, alcuni funzionari dell’intelligence israeliana avrebbero ammesso il ruolo dello Stato ebraico nell’omicidio di Khodaei ai colleghi statunitensi, svelando anche che Khodaei era il vice capo della cosiddetta Unità 840, una divisione oscura all’interno della Forza Quds dei Guardiani della rivoluzione specializzata in rapimenti e omicidi di personaggi ostili al regime di Teheran al di fuori dell’Iran. Da quanto emerso, Khodaei era specificamente responsabile delle operazioni in Medio Oriente dell’Unità 840, ma solo negli ultimi due anni era stato coinvolto in tentativi di attacchi terroristici contro israeliani, europei e civili statunitensi e funzionari governativi in Colombia, Kenya, Etiopia, Emirati Arabi Uniti e Cipro.
La sua uccisione avrebbe avuto lo scopo di avvertire l’Iran che il gruppo avrebbe dovuto interrompere le sue attività, ha affermato il funzionario dell’intelligence citato dal “The New York Times”. L’Iran non ha mai riconosciuto pubblicamente l’esistenza dell’Unità 840 e sostiene che Khodaei ha svolto un ruolo completamente diverso nei Guardiani della rivoluzione, corpo in cui militava dai tempi della guerra tra Iran e Iraq (1980-1988) e che negli ultimi anni lo aveva visto partecipare alle operazioni in Siria contro lo Stato islamico, svolgendo un ruolo chiave nel trasporto di droni e tecnologia missilistica alle milizie sostenute da Teheran in Siria e ai combattenti di Hezbollah in Libano. Il comandante della Forza Quds Force Esmail Ghaani ha partecipato al suo funerale a Teheran lo scorso 24 maggio, segnale dell’alto rango di Khodaei all’interno dei pasdaran.
Lo scorso 31 maggio anche l’ingegnere aerospaziale iraniano, Ayoob Entezari, è stato trovato morto in circostanze misteriose. L’uomo, che aveva un dottorato di ricerca in ingegneria aerospaziale presso la Sharif University of Technology di Teheran, lavorava in un centro di ricerca e sviluppo nella città di Yazd, situata nella parte centrale del Paese a circa 500 chilometri a sudest della capitale, dove era impegnato allo sviluppo di missili e droni. La morte di Ayoob Entezari è avvenuta il giorno dopo l’ammissione da parte dell’Iran del decesso in circostanze da chiarire di un altro alto ufficiale del corpo di élite dei Guardiani della rivoluzione iraniana, la cosiddetta Quds Force, incaricato di sovrintendere alle operazioni militari iraniane all’estero. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa “Irna”, l’alto ufficiale sarebbe il colonnello Ali Esmailzadeh, deceduto in un “incidente nella sua residenza” nella città di Karaj, a circa 35 chilometri a nord-ovest della capitale Teheran.
Dal 2010 al 2012 sono morti in agguati attribuiti ai servizi di intelligence dello Stato di Israele quattro scienziati iraniani legati al programma nucleare: Masoud Alimohammadi, Majid Shahriari, Darioush Rezaeinejad and Mostafa Ahmadi Roshan. Un altro scienziato, Fereydoon Abbasi, è invece rimasto ferito durante un tentato omicidio. Nel novembre 2020, in un attacco spettacolare condotto con una mitragliatrice a controllo remoto è stato ucciso nella città di Absard (situata a circa 60 chilometri a est di Teheran) il responsabile del programma nucleare iraniano, Mohsen Fakhrizadeh. Per l’assassinio di Fakhrizadeh il Mossad israeliano avrebbe impiegato una squadra di oltre 20 persone. (Nova)