Mario Draghi vede Emmanuel Macron: ecco i dossier sul tavolo

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(Roma, 09 giugno 2022). La cena di lavoro all’Eliseo è l’occasione per parlare di Ucraina, difesa comune e dipendenza energetica dalla Russia. Sullo sfondo, il Trattato del Quirinale

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, è a Parigi, dove ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron. Il capo dell’Eliseo ha accolto il premier italiano con diverse strette di mano, abbracci e sorrisi. Immagini che servivano a confermare la forte sinergia dimostrata tra i due leader sin dall’inizio del mandato dell’ex vertice della Bce alla guida di Palazzo Chigi.

La base, dunque, è solida, e la cena di lavoro ha confermato i rapporti positivi instaurati tra i due. Sul punto, va ricordato che le relazioni tra Francia e Italia si sono rafforzate proprio durante il governo Draghi anche con la conclusione del Trattato del Quirinale: partnership rafforzata voluto fortemente anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un patto che ha sancito la sinergia tra Palazzo Chigi ed Eliseo e che ora si trova a fare i conti con diversi nodi strategici che appaiono sempre più urgenti.

Come riportato da AGI, Palazzo Chigi ha fatto sapere che al centro dei colloqui tra il capo del governo italiano e il presidente francese all’Eliseo ci saranno « gli sviluppi della guerra in Ucraina e il sostegno a Kiev, la sicurezza alimentare, il rafforzamento dell’autonomia europea in materia di Difesa e di Energia, nell’ottica di una strategia energetica diversificata e di una minore dipendenza energetica dalla Russia ». Temi non solo impellenti, ma che incidono sul presente e soprattutto sul futuro del continente europeo e delle relazioni internazionali.

Sulla guerra in Ucraina, Macron ha di recente confermato la sua linea sul « non umiliare » la Russia. Il capo dell’Eliseo ha spiegato che Vladimir Putin ha già condannato il proprio Paese per la scelta di invadere l’Ucraina, ma che è necessario trovare un compromesso che non metta il Cremlino in trappola e che allo stesso tmepo non faccia perde l’Ucraina. Una via che Macron ha fatto capire che deve essere europea, anche per fare da contraltare alla leadership degli Stati Unitim ma su cui pesano i veti di molti Stati che temono che un compromesso con Mosca equivalga a una resa. Draghi, fresco del successo diplomatico a Washington, ha optato per una via più atlantica, ma non per questo così intransigente come i governi baltici o quello britannico. Il piano del governo italiano per la pace c’è, anche se non è apparso valorizzato pubblicamente dagli attori in campo. Il premier ha più volte ribadito il sostegno anche militare a Kiev, ma ha battuto il tasto della crisi del grano e dei pericoli per la stabilità mondiale dovuti al blocco dei porti ucraini chiedendo anche a Putin di impegnarsi per un accordo. Il tandem con la Francia può essere utile per costruire un’iniziativa europea che faccia leva anche sulla Germania, che non sembra ancora riprendersi dalla fine dell’era Merkel.

Un tandem che può valere anche per l’energia, dal momento che se è vero che la Francia appare meno interessata ai rischi dello stop agli idrocarburi russi rispetto all’Italia, d’altro canto è anche vero che il protagonismo di Macron in campo diplomatico potrebbe servire a evitare un approccio troppo duro nei confronti del petrolio e del gas russi. Sia Parigi che Roma non vogliono arrivare una frattura immediata, seppure da angolazioni diverse e con prospettive diverse. Mentre per quanto riguarda la difesa comune europea, cruccio di Macron dall’inizio del suo primo mandato alla guida dell’Eliseo, va segnalato che oggi c’è stato un primo vertice (telefonico) tra il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, e il suo omologo francese, Sébastien Lecornu, appena nominato alla guida del dicastero transalpino. Guerini ha ribadito la partnersip « rafforzata, in prospettiva, dal recente Trattato del Quirinale, che ho accolto con particolare entusiasmo proprio perché promette di cementare ulteriormente le nostre già solide relazioni », ricordando gli impegni nei progetti comuni e soprattutto sul fronte del Sahel.

Infine, l’incontro tra Draghi e Macron potrebbe anche servire per delineare iniziative comune nei prossimi vertici europei e euroatlantici. Il calendario dei leader europei è fitto di impegni, e se già domani mattina Draghi è atteso all’Ocse per aprire la conferenza ministeriale presieduta dall’Italia, nelle prossime settimane ci saranno il Consiglio Europeo a Bruxelles, il G7 di Elmau e il vertice della Nato a Madrid. Incontri molto importanti su cui si giocano diverse partite. Italia e Francia devono capire se possono collaborare su tutti i tavoli e in che modalità.

Di Lorenzo Vita. (Il Giornale)