Una dichiarazione di Peskov smentisce il leader di Russia Unita. La presidente della commissione esteri del Senato Stefania Craxi: « Giudizi che lasciano attoniti »
Il primo effetto del piano in quattro tappe proposto dall’Italia per un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina è stato mandare in confusione i palazzi del potere moscovita. Alle 11 di questa mattina il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev, con un post sul suo canale Telegram, è sembrato buttarlo alle ortiche: “Sembra che non sia stato preparato da diplomatici, ma da politologi locali che hanno letto molti giornali di provincia e operano solo con fake news ucraine”. Solo due ore dopo la Tass, agenzia di stampa del governo russo, ha però battuto la seguente dichiarazione del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ha tutta l’aria di essere una smentita indiretta: “Non abbiamo ancora esaminato il piano, confidiamo di riceverlo presto da canali diplomatici”. Palazzo Chigi e Farnesina finora non hanno voluto commentare, mentre la neoeletta presidente della Commissione esteri del Senato Stefania Craxi ha parlato di “giudici trachant” che lasciano “francamente attoniti”.
Smentito o meno, al momento di pubblicare questo articolo, su Telegram è ancora leggibile l’intervento di Medvedev, che è anche leader di Russia Unita, il partito di Putin, ed è stato in passato sia premier sia presidente della Federazione: “L’Occidente ha colto il desiderio di creare piani di pace che dovrebbero portare a una soluzione della crisi in Ucraina. E andrebbe bene se tenessero conto della realtà. Ma no, è solo un puro flusso di coscienza dei grafomani europei”, attacca Medvedev. Sulla possibilità che l’Ucraina assuma uno status di neutralità e al contempo aderisca all’Unione europea, scrive: “È una bugia. Kiev non ha possibilità” di entrare nell’Ue “senza l’adesione alla Nato”. La proposta di un Donbass autonomo entro i confini ucraini, secondo il leader di Russia Unita, è “un’assurdità”, la decisione sull’indipendenza delle due repubbliche separatiste “è stata presa e non si torna indietro”. Quella analoga formulata rispetto alla Crimea, la cui annessione alla Russia nel 2014 non è stata riconosciuta dalla comunità internazionale, “è un’offesa alla Russia, una minaccia alla sua integrità territoriale”, sarebbe motivo di una “guerra totale. Non c’è e non ci sarà mai una forza politica in Russia che accetterebbe anche solo di discutere il destino della Crimea. Sarebbe un tradimento della nazione”
“Non c’è motivo di proseguire l’analisi”, scrive ancora Medvedev, “tutto ciò è solo un tentativo di aiutare Kiev a salvare la faccia. Ma l’Ucraina stessa non vuole per niente negoziare. Contano sul flusso di armi e denaro dai paesi occidentali. Vogliono la guerra a oltranza”.
“Se le proposte di pace sono create rigorosamente nell’interesse della Nato e dell’ordine mondiale occidentale, allora questi appelli dovrebbero semplicemente essere ignorati”, conclude. (Rai News)