(Roma, 23 maggio 2022). Il presidente ha parlato di una « zona di sicurezza » di 30 km a sud dei confini della Turchia, nelle zone abitate principalmente dai curdi
Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha annunciato una nuova operazione militare lungo i suoi confini meridionali per creare una “zona di sicurezza” di 30 chilometri e contrastare le minacce terroristiche da quella regione: “Gli obiettivi principali dell’operazione saranno le aree da cui partono gli attacchi al nostro paese”, ha detto senza ulteriori specificazioni, se non che ciò avverrà appena le forze militari e di intelligence avranno ultimato i preparativi.
L’intenzione sarebbe dunque colpire il Nord della Siria, dove la Turchia controlla già una striscia di territorio dopo essere intervenuta già varie volte tra il 2016 e il 2019 per colpire le Unità di protezione del popolo (Ypg) e le Unità di protezione delle donne (Ypj), fazioni armate curde che Ankara ritiene essere strettamente connesse al Pkk, Partito dei lavoratori del Kurdistan attivo nella Turchia meridionale e nell’Iraq settentrionale, classificato anche dall’Unione europea come organizzazione terroristica. Le Ypg sono tuttavia anche la componente principale delle Syrian democratic forces (Sdf), la coalizione multietnica che ha combattuto e sconfitto l’Isis tra il 2014 e il 2019, con l’appoggio degli Stati Uniti.
Attualmente le Sdf fanno riferimento all’Amministrazione autonoma della Siria del Nord-Est, che sulla base di una Carta del contratto sociale fortemente egualitaria controlla oltre un quarto del territorio siriano con grandi margini di autonomia dal governo di Damasco ma senza agitare rivendicazioni secessioniste
L’annuncio di Erdogan è arrivato a pochi giorni di distanza dalle obiezioni della Turchia sull’adesione di Finlandia e Svezia alla Nato, accusate di dare asilo politico proprio a esponenti del Pkk: il via libera a una nuova operazione contro i curdi in territorio siriano potrebbe dunque essere uno degli elementi sul tavolo delle trattative di questi giorni con gli altri paesi dell’alleanza atlantica.
Di Giuseppe Asta. (Rai News)