L’ufficio europeo per la lotta antifrode Olaf « ha concluso l’indagine riguardante un possibile finanziamento illegale delle spese dei gruppi politici con fondi dell’Ue, nel settembre 2021 con raccomandazioni, e ha inviato la sua relazione finale al Parlamento europeo e alle autorità giudiziarie francesi e belghe. L’indagine ha coinvolto diverse persone, sia persone fisiche che operatori economici ». E’ quanto dichiara all’ANSA una portavoce dell’Olaf, interpellata sulle notizie dei giorni scorsi relative alle presunte irregolarità nei fondi ricevuti nel mandato da europarlamentare da Marine Le Pen, candidata alle presidenziali francesi. L’autorità antifrode con sede a Bruxelles rinvia poi per ogni altro aspetto alle autorità competenti, declinando altri commenti.
Il dossier dell’Olaf era stato rivelato sabato dal quotidiano francese Mediapart, secondo il quale nell’indagine sarebbero coinvolti anche altri tre eurodeputati: il padre di Marine, Jean-Marie Le Pen, il suo ex compagno Louis Aliot e Bruno Gollnisch, membro dell’ufficio nazionale del Rassemblement National e del gruppo all’Europarlamento Europa delle Nazioni e della Libertà (confluito in Identità e Democrazia). Domenica un funzionario del Parlamento europeo ha dichiarato all’Afp che l’Eurocamera intende « procedere al recupero delle somme indebitamente pagate » durante il mandato di eurodeputato a Marine Le Pen. L’ufficio del pubblico ministero di Parigi ha anche confermato all’agenzia francese di aver ricevuto l’11 marzo il rapporto di Olaf su Le Pen.
Sotto esame fondi che la politica avrebbe utilizzati per scopi politici nazionali, spese personali o servizi a beneficio di società commerciali vicine al suo partito. La candidata del Rassemblement avrebbe personalmente sottratto circa 137 mila euro di denaro pubblico al Parlamento di Strasburgo da eurodeputata. (ANSA Europa)