L’invasione russa in Ucraina penalizza la lotta all’ex ISIS in Siria. Crollano i numeri dei raid aerei di Mosca sui jihadisti dello Stato Islamico e sui miliziani a Idlib. L’Iran cerca di supplire, ma senza successo
In Siria cominciano a farsi sentire i primi effetti dell’invasione russa in Ucraina, soprattutto nella lotta allo Stato Islamico. I raid dei caccia di Mosca sulle postazioni dei jihadisti ex-ISIS tra Raqqa, Homs e Deir Ezzor nell’ultimo mese sono crollati: meno di un quarto rispetto al periodo precedente, quando non era ancora cominciata l’offensiva contro Kiev. Ridotti anche gli strike a nord tra Idlib e Aleppo. Come prevedibile, la maggior parte dell’attenzione è rivolta a proteggere gli asset strategici nel paese mediorientale (le basi terrestri e aeronavali) da possibili attacchi alle spalle per ridurre la loro operatività a sostegno delle manovre in Europa. L’Iran sta cercando di colmare il gap, addestrando schiere di elementi scelti delle milizie, ma non sembra che la strategia abbia successo. Gli attacchi IS a Est della Siria, infatti, recentemente sono aumentati, sia contro l’esercito di Damasco (SAA) sia contro gli stessi guerriglieri pro-Teheran. (Difesa & Sicurezza)