(Roma, 19 febbraio 2022). Il leader di Teheran: « La Repubblica islamica ha avanzato proposte costruttive »
Qualsiasi accordo verrà raggiunto a Vienna dovrà “includere la revoca di sanzioni, garanzie valide e la fine di questioni e rivendicazioni politiche”. Lo ha dichiarato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, durante una conversazione telefonica con l’omologo francese, Emmanuel Macron. “La Repubblica islamica dell’Iran ha avanzato proposte costruttive durante i negoziati (sul rilancio dell’accordo nucleare del 2015) e ha riflettuto sulle proposte avanzate dalle altre parti che partecipano ai negoziati sulla base della loro compatibilità con gli interessi del popolo iraniano”, ha dichiarato Raisi. Il presidente iraniano ha affermato che la delegazione di Teheran ha più volte sottolineato di accogliere con favore le iniziative che garantiscono e tutelano i diritti del popolo iraniano, denunciando tuttavia “rivendicazioni politiche fatte con l’obiettivo di mantenere la pressione sul popolo iraniano e minare la prospettiva di raggiungere un accordo”.
Le dichiarazioni di Raisi giungono mentre a Vienna proseguono i colloqui sul nucleare. Secondo quanto affermato lo scorso 17 febbraio dal ministro degli Esteri francese, Jean Yves Le Drian, un accordo sul nucleare iraniano è “a portata di mano” è ormai è solo “una questione di giorni. Il capo della diplomazia francese ha parlato di una “convergenza” tra i paesi che compongono il formato E3 (Germania, Francia e Regno Unito), la Cina, la Russia e gli Stati Uniti. “C’è bisogno di decisioni politiche da parte degli iraniani. O fanno scattare una grave crisi nei giorni che vengono o accettano l’accordo che rispetta gli interessi di tutte le parti”, ha detto Le Drian. “Arriviamo la momento della verità”, ha poi aggiunto il ministro.
Firmato nel luglio 2015 da Iran, Cina, Francia, Germania, Regno Unito, Russia e Stati Uniti, l’accordo sul nucleare iraniano prevedeva la riduzione delle sanzioni a Teheran in cambio di restrizioni al suo programma nucleare. Tuttavia, con il ripristino delle sanzioni statunitensi, l’Iran ha ridotto via via i suoi impegni fino violarli completamente, ricostruendo le sue scorte di uranio arricchito, raffinandolo a una maggiore purezza fissile e installando centrifughe avanzate per accelerare la produzione. Dalla fine di novembre, i colloqui a Vienna, che coinvolgono direttamente i restanti firmatari e indirettamente Washington, hanno cercato di rilanciare l’accordo, ma sono giunti nuovamente in una fase di stallo.
Redazione. (Nova News)