(Roma, Parigi, 17 febbraio 2022). All’Eliseo una cena con leader e vertici Ue e capi di Stato africani prima del summit. La Francia potrebbe spostare i militari dal Mali al Niger, perché a Bamako dopo i due colpi di stato « è impossibile continuare in queste condizioni”. L’Italia in pressing sul dossier migranti
Via dal Mali, ma senza ripetere gli errori del ritiro dall’Afghanistan. Sul tavolo dell’Eliseo, in un vertice serale che anticipa il summit Ue-Africa di giovedì, è questo il dossier sul quale si confrontano i leader del Sahel e quelli europei, fra cui il padrone di casa Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio Mario Draghi. La strategia dell’Unione europea nel Sahel segnato da instabilità e incursioni jihadiste è destinata a cambiare. Ma il presidente francese, dopo la rottura dei rapporti diplomatici con il Mali a seguito di due colpi di Stato nel giro di pochi mesi, non vuole agire da solo. E con la cena dell’Eliseo Parigi cerca la sponda dei principali partner europei, Italia inclusa.
Ipotesi spostamento dei militari in Niger
Il piano della Francia potrebbe essere quello di porre fine all’operazione Barhane, messa in campo nel 2014 con il G5 del Sahel e con una serie di partner occidentali. E anche la missione Takuba, creata nel 2020 e a guida europea – con la partecipazione dei soldati italiani – potrebbe lasciare il Mali. « Ma non è un disimpegno, è un diverso impegno », ha spiegato il viceministro degli Esteri Marina Sereni che, a Bruxelles, ha partecipato alle numerose iniziative Ue-Africa che anticipano il summit dei leader. I militari, nel piano dell’Eliseo, potrebbero essere dispiegati altrove anche perché a Bamako « è impossibile continuare in queste condizioni, tutti gli altri alleati pensano la stessa cosa », hanno spiegato fonti della presidenza francese. E il Paese a cui guardano Francia e Ue per lo spostamento del fulcro delle operazioni è il Niger. « Non si tratta di spostare altrove ciò che si sta facendo in Mali, ma di rafforzare ciò che si sta facendo in Niger e di fornire maggiore sostegno al fianco meridionale », hanno spiegato le stesse fonti.
L’Italia e il nodo migranti
L’Italia è pronta ad offrire la sua sponda a Parigi, ma senza dimenticare il nodo migranti: un Mali ostaggio del terrorismo potrebbe innescare flussi ancora maggiori verso Nord, ovvero verso quella Libia che è riprecipitata nel caos politico. E anche sul dossier migranti l’Ue vuole cambiare la sua strategia, provando a mettere in campo Frontex nelle aree sub-sahariane e accelerando sugli accordi di rimpatri. Mentre su un eventuale accordo sulla dimensione interna dell’immigrazione Macron potrebbe tentare un’accelerazione seguendo il doppio binario della redistribuzione e del contributo finanziario in caso di “no” di un Paese alla relocation. E, come spiega una fonte diplomatica, « per l’Italia potrebbe aprirsi una finestra di opportunità ».
“Rischio di interferenza delle milizie Wagner”
A Parigi, oltre a quello italiano, ci sono i vertici Ue e i premier di Svezia, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovenia e Portogallo. Anche Spagna e Germania sono tra i Paesi invitati. E ci sono diversi leader africani, Niger in testa e Mali escluso. Obiettivo della cena di lavoro è stilare una dichiarazione comune che faccia parte, venerdì, del documento finale del summit Ue-Africa. E anche nel cambio di strategia militare nel Sahel c’è il tocco di Mosca: « Nel contrasto al terrorismo c’è un importante rischio di interferenza delle milizie Wagner, ed è inaccettabile », hanno osservato fonti diplomatiche francesi.