Le invasioni false-flag sono una «specialità» russa temuta dall’Ucraina

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(Roma, 05 febbraio 2022). La tattica fu usata anche con la Cecoslovacchia per fermare la Primavera di Praga

Quello che succederà in Ucraina nel prossimo futuro non si sa, ma la Russia ha una lunga tradizione di operazioni false-flag, tattica ampiamente utilizzata in passato dal Cremlino durante la Guerra Fredda. Come ricorda Foreign Policy, tra gli esempi più eclatanti di questa strategia c’è la violenta repressione della Primavera di Praga, la stagione di riforme portate avanti nel 1968 dal leader cecoslovacco Alexander Dubcek.

All’epoca Leonid Brezhnev, insieme al capo del Kgb Yuri Andropov, usò una ventina di agenti sotto copertura per creare incidenti ad arte che giustificassero un intervento dell’Armata Rossa. Questi operativi erano completamente ‘illegali’, sotto il controllo della ‘Direzione S’ e non sotto il servizio diplomatico sovietico.

Dislocati nel Paese dell’Europa orientale e in altri vicini, si presentavano come giornalisti, imprenditori e studenti, spiando e mettendo in atto azioni sotto copertura – chiamate « misure attive » nel gergo sovietico – per aprire la strada a un intervento del Cremlino. Inventavano storie per diffamare i politici riformisti cecoslovacchi, cercavano di convincere i giornalisti a pubblicare attacchi provocatori contro l’Unione Sovietica, individuavano coloro che dovevano essere deportati e fabbricavano prove dell’esistenza di un complotto occidentale a sostegno dei riformisti cechi.

Nel luglio 1968, venne opportunamente rinvenuto un deposito di armi risalenti alla Seconda guerra mondiale con la scritta ‘Made in Usa’ in bella vista. Una notizia sbandierata dalla stampa sovietica, insieme a una copia di un presunto piano segreto di Washington per rovesciare il governo di Praga. Addirittura, secondo Ladislav ‘Larry’ Bittman, ex 007 cecoslovacco passato poi dalla parte dell’Occidente, il Kgb aveva pianificato – senza poi metterlo in atto – di assassinare le mogli sovietiche di cittadini cechi per far ricadere la colpa sui controrivoluzionari.

Episodi simili – sottolinea Foreign Policy – si possono rintracciare in tutti i principali interventi dell’Armata Rossa a ‘sostegno’ dei Paesi nella sfera d’influenza sovietica, dall’Ungheria all’Afghanistan. Una pratica che risale agli albori dell’Urss nel 1922 quando la Cheka, predecessore del Kgb, usava operazioni di disinformazione per aiutare i bolscevichi a ‘pacificare’ l’Ucraina.

Di Cecilia Scaldaferri. (AGI)