(Roma, Parigi, 09 gennaio 2022). Baktash Abtin aveva 48 anni. « Lo ha ucciso il regime negandogli le cure »
Il calvario dello scrittore 48enne Baktash Abtin è iniziato il 26 settembre 2020 con una condanna a sei anni, da scontare nel famigerato carcere di Evin, a Teheran. Nelle scorse settimane c’era stata una forte mobilitazione per chiedere il rilascio di Abtin, malato di Covid e ormai ricoverato in un ospedale di Teheran in coma indotto. Le sue condizioni avevano cominciato a peggiorare la scorsa settimana. Ong iraniane per i diritti umani hanno pubblicato una sua fotografia in un letto d’ospedale e con indosso una maschera per l’ossigeno. Purtroppo, Abtin non ce l’ha fatta. E’ morto nel giro di pochi giorni. I suoi sostenitori hanno accusato le autorità di aver ritardato di 10 giorni il suo trasferimento dal carcere all’ospedale. Abtin era un difensore dei diritti umani, regista e membro dell’Iranian Writers’ Association (IWA), impegnato nella promozione della libertà di parola e contro la censura in Iran. Ha pubblicato numerosi libri di storia, sociologia e critica letteraria. Il 15 maggio 2019 il tribunale rivoluzionario di Teheran lo ha condannato a cinque anni di reclusione con l’accusa di « assemblea illegale e collusione contro la sicurezza nazionale » e un anno per « diffusione di propaganda contro lo stato », in relazione alla sua paternità di un libro sulla storia dell’IWA, critico nei confronti dei governi iraniani per decenni, e per aver visitato le tombe di poeti e scrittori dissidenti. «Il capo della magistratura iraniana Gholam-Hossein Mohseni Ejei è responsabile della sicurezza dei prigionieri e dovrebbe essere ritenuto responsabile di quanto avvenuto», scrive su twitter l’organizzazione Iran Human Rights.
La morte di Abtin arriva in un giorno delicato: il secondo anniversario dell’abbattimento, da parte di un missile delle Guardie della Rivoluzione, del volo ucraino PS752 sui cieli di Teheran, in cui morirono tutte le 176 persone a bordo. Allora, per tre giorni le autorità negarono ogni coinvolgimento salvo poi attribuire la responsabilità della strage a un errore umano. La morte di Abtin è un altro evento che mette in luce le falle del regime. « Il governo anti-libertario ci ha portato via un eroe amante della libertà: Baktash Abtin è morto », ha twittato l’IWA. Abtin insieme agli scrittori Reza Khandan Mahabadi e Keyvan Bajan hanno fatto parte del consiglio di amministrazione dell’IWA e sono stati autori congiunti di un libro sulla storia del gruppo, che per decenni è stato critico nei confronti dei successivi governi iraniani. Decine di scrittori da tutto il mondo, tra cui Margaret Atwood, Orhan Pamuk e J.M. Coetzee, hanno firmato una lettera al presidente iraniano Ebrahim Raisi in ottobre chiedendo il rilascio dei tre uomini. Il Center for Human Rights in Iran, che ha sede negli Stati Uniti, ha affermato che almeno 11 scrittori sono attualmente in prigione in Iran o sono stati condannati. Tutti sono stati puniti per aver praticato e sostenuto la libertà di parola.
Di Chiara Clausi. (Il Giornale)