(Roma, 13 dicembre 2021). Sanzioni europee contro la società della guerra privata vicina al Cremlino. L’accusa di crimini contro i cittadini di diversi Paesi e destabilizzazioni di macroregioni come il Sahel. L’Ue sulla scia statunitense
L’Unione europea ha aumentato il livello di ingaggio con la Russia decidendo di sanzionare il Wagner Group con l’accusa di crimini contro i diritti umani perpetrati per anni in Ucraina, Siria, Libia e altri Paesi. Il Wagner Group è una società militare privata russa i cui collegamenti con il Cremlino sono stati spesso tracciati: sostanzialmente viene individuata come vettore con cui Mosca porta avanti il lavoro sporco in teatri complessi in cui vuole evitare un coinvolgimento diretto.
Questi contractor sono stati protagonisti (insieme a uomini delle forze speciali russe in uniformi senza insegne) dell’occupazione della Crimea nel 2014; così come sono stati utilizzati in Siria come puntello al regime assadista nella campagna russa per sconfiggere i ribelli siriani; o ancora hanno aiutato le ambizioni dei miliziani della Cirenaica che volevano rovesciare il governo che l’Onu aveva creato per provare a stabilizzare la Libia. Il Wagner Group è presente in molti altri Paesi e rappresenta una forma di penetrazione con cui la Russia si inserisce in teatri complessi — dove esistono possibilità sia di interesse diretto che indiretto, attraverso attività di destabilizzazione.
Recentemente anche l’Italia ha preso posizione su uno di questi scenari dove la presenza della Wagner potrebbe aumentare l’instabilità: il Mali. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha detto che occorre “scongiurare questo rapporto che sta nascendo tra il governo del Mali e la compagnia di mercenari Wagner che tende a riempire quel vuoto nel Sahel”. Sulla necessità di muoversi contro l’accordo in costruzione si era esposto già Antony Blinken: il segretario di Stato statunitense aveva voluto sottolineare al ritorno dal suo tour africano che l’accordo tra i contractor russi e Bamako poteva essere destabilizzante.
Non è una novità che gli Stati Uniti prendano questo genere di posizione contro la Wagner, che è stata in molte occasioni denunciata (e sanzionata) da Washington per le attività ucraine, siriane e libiche, o anche in Ciad e nella Repubblica Centrafricana. Per altro, sulla figura chiave della società, Yevgeniy Prigozhin, grava una taglia dell’Fbi con l’accusa di “coinvolgimento in una cospirazione per defraudare gli Stati Uniti, al fine di interferire con il sistema politico degli Stati Uniti, anche per quanto riguarda le elezioni presidenziali del 2016”. Secondo l’intelligence americana, Mosca organizzò una sofisticata campagna di infowar per interferire con l’esito di Usa2016, di cui la Wagner sarebbe stata parte.
La società nega ogni coinvolgimento, il Cremlino nega ogni legame, Prigozhin si dice estraneo agli affari della Wagner.
Le sanzioni a cui il Consiglio Affari Esteri dell’Ue ha dato via libera, oltre alla Wagner, riguarderanno otto persone fisiche e tre entità legate alla società russa, e comprendono il divieto di viaggiare in Ue e il congelamento dei beni situati in Europa. Secondo il documento filtrato ai media, la compagnia è accusata dall’Unione di “innescare violenze, depredare risorse naturali”, nonché di essere fautrice di “intimidazioni nei confronti dei civili” con richiami espliciti a Siria, Libia, Ucraina e nella Repubblica Centrafricana.
L’Ue sottolinea che il gruppo paramilitare sta espandendo “la sua presenza maligna” nel Sahel e per questo costituisce una “minaccia” per gli abitanti di quelle aree, per la macroregione e per l’Ue. Sulla decisione di sanzionare la Wagner c’è stata l’unanimità, e questo – dice il documento – segnala “la forte determinazione dell’Ue nel proteggere i propri interesse e affrontare chi minaccia la pace e la sicurezza internazionali”.
Di Emanuele Rossi. (Formiche)