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Iran: grandi proteste a Isfahan contro crisi idrica, autorità bloccano Internet

(Roma, 19 novembre 2021). Decine di migliaia di manifestanti si sono radunati oggi per le strade della città

Decine di migliaia di manifestanti si sono radunati oggi per le strade della città di Isfahan, situata nella parte centrale dell’Iran, a circa 330 chilometri sud di Teheran, in protesta contro la siccità provocata dal prosciugamento del fiume Zayandeh Rud. Secondo il sito web “Iran International”, basato a Londra, la popolazione ha lanciato slogan contro il governo accusato di aver provocato il prosciugamento del fiume deviandone il corso. Per evitare un diffondersi delle manifestazioni le autorità iraniane avrebbero interrotto Internet nella provincia di Isfahan e nelle regioni circostanti. Le dimostrazioni sono in corso da almeno 12 giorni e diversi agricoltori hanno avviato sit-in permanenti sulle rive del fiume ormai prosciugato. Le manifestazioni di oggi hanno attirato diverse migliaia di persone che si sono unite alle proteste degli agricoltori. Il presidente Ebrahim Raisi ha organizzato un incontro d’urgenza con esperti ambientali, mentre il suo primo vicepresidente, Mohammad Mokhber, si è rivolto direttamente ai manifestanti in una breve telefonata con l’emittente statale “Irib”, affermando che l’amministrazione sta seguendo “seriamente” la questione e di aver ordinato ai ministri dell’Agricoltura e dell’Energia di attivarsi per risolvere il problema.
Tensione in Iran per il problema storico della siccità
La siccità è un problema per l’Iran da quasi 30 anni, ma è peggiorata negli ultimi dieci anni, secondo la Fao. L’Organizzazione meteorologica iraniana afferma che circa il 97 percento del paese sta affrontando un certo livello di siccità. La regione agricola intorno a Isfahan riceveva in precedenza un buon approvvigionamento idrico dal fiume Zayandeh Rud e le fabbriche vicine ne hanno beneficiato sempre più nel corso degli anni. Il fiume un tempo scorreva sotto gli storici ponti nel centro della città di Isfahan, ma ora è quasi completamente prosciugato. Le passate amministrazioni avevano promesso di trovare soluzioni ed esiste un piano del Consiglio supremo per le risorse idriche dell’Iran in nove punti che prevede il rilancio di un’importante zona umida che però non è mai stato attuato. Lo scorso 14 novembre, il presidente Ebrahim Raisi ha incaricato il direttore del Centro per gli studi strategici Mohammad Sadeq Khayytian di avviare studi scientifici per salvare il fiume Zayandeh Rud. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa iraniana “Isna”, Raisi ha anche ordinato uno studio sul cedimento del suolo in diverse parti del Paese dopo un incontro con i rappresentanti delle città di Isfahan, Qom e Semnan in parlamento.

Redazione. (Nova News)

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