Il kamikaze di Liverpool era uno squilibrato che si faceva chiamare Enzo

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(Roma, 16 novembre 2021). Emad Jamil Al Swealmeen, l’uomo che si è fatto esplodere a bordo di un taxi davanti a un ospedale, si era convertito al Cristianesimo e aveva cambiato nome in onore del fondatore della Ferrari. Così sperava di ottenere lo status di rifugiato, che Londra gli aveva già negato

Emad Jamil Al Swealmeen, l’aspirante kamikaze morto nell’esplosione di un ordigno rudimentale all’interno di un taxi, davanti l’ospedale di Liverpool domenica, era un profugo fuggito dal Medio Oriente diversi anni fa e che qualche anno fa si era convertito al cristianesimo proprio nella cattedrale della città.

L’uomo aveva anche voluto cambiare il suo nome: si faceva chiamare Enzo Almeni, in onore di Enzo Ferrari, per sembrare piu’ occidentale e aveva fatto richiesta di asilo nel Regno Unito, richiesta che però gli era stata respinta nel 2014. In passato aveva avuto problemi di salute mentale ed era anche stato fermato, sempre nel 2014, per aver girato con un coltello in strada.

Era stato aiutato e sostenuto per nove mesi da un’anziana coppia, Malcolm ed Elizabeth Hitchcott, volontari nella comunità cristiana, che lo conoscevano come Enzo. Lo avevano poi perso di vista ma Hitchcott ha raccontato al Daily Mail che il giovane, 32enne, si era probabilmente iscritto a un corso di catering prima che la pandemia scoppiasse.

All’indomani dell’attacco, i due si dicono « sconvolti » e « increduli ». « Siamo cosiì tristi, gli volevamo bene, un giovane così adorabile ». « Voglio dire, ha vissuto qui per otto mesi, vivevamo fianco a fianco. Non c’è mai stato qualcosa che ci abbia fatto pensare male », ha raccontato ancora Hitchcott. « Era venuto per la prima volta in cattedrale nell’agosto 2015 e voleva convertirsi al cristianesimo: ha seguito un corso Alpha, che spiega la fede cristiana, e lo ha completato nel novembre di quell’anno. Ha potuto così fare una scelta informata, è passato dall’Islam al cristianesimo ed è stato confermato cristiano nel marzo 2017, poco prima di venire a vivere con noi. Era indigente in quel momento e lo abbiamo accolto ».

Le autorità, che intanto hanno elevato il livello di allerta a « molto probabile », ancora non si sbilanciano sulle motivazioni del gesto. Negli ultimi mesi, l’intelligence e l’antiterrorismo avevano ripetutamente avvertito che le restrizioni di movimento causate dalla pandemia hanno aumentato il rischio che le persone si siano radicalizzati on-line; e tra gli scenari ipotizzati c’è anche la possibilità che si sia trattato di un attentato di ispirazione islamista.

Sono stati intanto rilasciati i quattro uomini arrestati per l’esplosione. I quattro giovani di 20, 21, 26 e 29 anni arrestati fra domenica e lunedì nell’ambito dell’inchiesta, sono stati interrogati e successivamente rilasciati dalla polizia antiterrorismo, che si è detta soddisfatta dei progressi dell’indagine. L’autista del taxi che aveva raccolto l’attentatore si è miracolosamente salvato ed è già uscito dall’ospedale dove è stato curato per le ferite riportate.

(AGI)