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La Turchia costruisce navi militari per il Pakistan

(Roma, 10 novembre 2021). Il 5 novembre, nella città portuale meridionale del Pakistan Karachi, si è tenuta una cerimonia di posa della chiglia per l’avvio della costruzione della corvetta di classe MILGEM Ada, realizzata da una joint venture di Turchia e Pakistan per la Marina di Islamabad.

L’evento è avvenuto alla Karachi Shipyard and Engineering Works (KSEW), la divisione specializzata nella costruzione navale della marina pakistana, e vi hanno preso parte il capo della Marina pakistana, l’ammiraglio Amjad Khan Niazi, altri ufficiali del corpo armato pakistano e rappresentanti della società di difesa statale turca ASFAT. Niazi ha affermato che la produzione di moderne navi da guerra a livello locale con l’aiuto della Turchia è motivo di orgoglio per il Pakistan e che la joint venture aprirà nuove strade di cooperazione tra Ankara e Islamabad nel campo della produzione di strumenti di difesa. L’introduzione delle navi di classe MILGEM, poi, aumenterà significativamente le capacità operative della Marina pakistana, come confermato dall’ammiraglio stesso.

Le navi saranno costruite secondo i moderni standard delle navi da guerra e saranno dotate di armi e sensori all’avanguardia, inclusi missili terra-superficie, terra-aria e armi antisommergibile. Le navi MILGEM sono lunghe 99 metri con una capacità di dislocamento di 24,00 tonnellate e possono muoversi ad una velocità di 29 miglia nautiche. Le imbarcazioni antisommergibile possono poi agire nascoste dai radar.

Nel luglio 2018, la Marina del Pakistan aveva firmato un contratto per l’acquisizione di quattro navi di classe MILGEM con l’ASFAT. Secondo il piano, due corvette saranno costruite in Turchia e le altre due in Pakistan, attraverso un trasferimento di tecnologia. Nell’ottobre 2019, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, insieme all’allora capo della marina pakistana, l’ammiraglio Zafar Mahmood Abbasi, aveva tagliato la piastra metallica della prima corvetta di classe MILGEM Ada durante una cerimonia a Istanbul.

La Turchia è uno dei dieci Paesi al mondo in grado di costruire, progettare e mantenere navi da guerra utilizzando le proprie capacità nazionali. Il Pakistan, invece, sta cercando di rafforzare la sua Marina. L’8 novembre, ad esempio, ha ricevuto dalla Cina la prima fregata tipo 054A/P, progettata e costruita dalla China State Shipbuilding Corporation. Si tratta della nave da guerra più grande e dalla tecnologia più avanzata mai esportata dalla Cina e si unisce ad altre 4 fregate già fornite al Pakistan dalla China State Shipbuilding Corporation dal 2013. Il Pakistan ha anche ordinato droni e sottomarini alla Cina.

Tra gli ultimi momenti di tensione registrati dal Pakistan a livello marittimo, lo scorso 16 ottobre, la Marina di Islamabad aveva dichiarato di aver “rilevato e bloccato” un sottomarino militare indiano che stava per entrare nelle acque territoriali pakistane. L’episodio del 16 ottobre è stato la terza volta in cui l’Esercito pakistano ha affermato di aver rilevato un sottomarino indiano dal 2016. Le due precedenti incursioni si sarebbero verificate nel novembre 2016 e nel marzo 2019. Quest’ultima si era verificata dopo che, il 14 febbraio 2019, un attentato suicida rivendicato dall’organizzazione terroristica nota come Jaish-e-Muhammad (JeM) nella zona indiana del Kashmir aveva causato la morte di 44 persone. Il successivo 26 febbraio, Nuova Delhi aveva quindi avviato un’operazione aerea nel territorio pakistano ma, il giorno dopo, Islamabad aveva abbattuto 2 jet indiani, catturando un pilota. Tale momento di accresciute tensioni era stato smorzato dalla riconsegna del pilota ma le relazioni bilaterali indo-pakistane sono rimaste tese.

Il nodo centrale delle tensioni tra India e Pakistan riguarda il Kashmir che è situato tra l’India, il Pakistan e la Cina che, al momento, ne amministrano aree distinte. La parte centro-meridionale della zona, il Jammu e Kashmir, è amministrato dall’India, lo Azad Kashmir e il Gilgit-Baltistan, a Nord-Ovest, sono sotto la giurisdizione del Pakistan e l’area a Nord-Est, Aksai Chin, è sotto il controllo della Cina. Tale ripartizione non è riconosciuta dagli attori coinvolti tant’è vero che Nuova Delhi e Islamabad rivendicano la propria sovranità l’una sulle parti dell’altra. Di fronte alle tensioni nate dalle rivendicazioni concorrenti, l’Onu aveva quindi istituito la Linea di controllo (LoC), dove è in atto un cessate il fuoco dal 2003 che le parti, però, violano spesso e che il 25 febbraio scorso si sono nuovamente impegnate a rispettare. Al contempo, da decenni, nella parte indiana ci sono gruppi ribelli che lottano per l’indipendenza del territorio o per unirsi al Pakistan, accusato dall’India di armare tali militanti.

Di Camilla Canestri. (Sicurezza Internazionale)

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