Una delegazione della Cina parteciperà alla riunione ospitata dal Pakistan sulla questione afgana, in programma domani, giovedì 11 novembre. Lo riferisce il ministero degli Esteri cinese, precisando che alla riunione interverranno anche i rappresentanti speciali per l’Afghanistan degli Stati Uniti e della Russia. L’incontro seguirà il Dialogo sulla sicurezza regionale in Afghanistan ospitato oggi a Nuova Delhi, che ha coinvolto i consiglieri per la sicurezza nazionale e i segretari dei consigli di sicurezza di Iran, Kazakhstan, Kirghizistan, Russia, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan.
Il dialogo ospitato dall’India si è concluso con una dichiarazione in cui è stata ribadita la necessità di prestare particolare attenzione alle minacce derivanti dal terrorismo, dalla radicalizzazione e dal traffico di droga, nonché di fornire assistenza umanitaria al popolo afgano. I partecipanti hanno ribadito il sostegno a un Afghanistan pacifico, sicuro e stabile, nel rispetto della sovranità, dell’unità e dell’integrità territoriale e della non interferenza nei suoi affari interni. È stato sottolineato che il territorio afgano non dovrebbe essere utilizzato per ospitare, addestrare, pianificare o finanziare atti terroristici. Per garantire che l’Afghanistan non diventi un rifugio sicuro per il terrorismo globale è stato riaffermato l’impegno a combattere il fenomeno in tutte le sue forme e manifestazioni, includendo il suo finanziamento, lo smantellamento delle infrastrutture e la lotta alla radicalizzazione.
Riguardo agli sviluppi politici in Afghanistan, è stata sottolineata la necessità, ai fini di una “riconciliazione nazionale”, di un governo aperto e inclusivo che rappresenti tutto il popolo e tutti i settori della società e le “forze etno-politiche”. È stata evidenziata anche l’importanza di garantire che i diritti fondamentali delle donne, dei bambini e delle minoranze non vengano violati. Le parti hanno ricordato le Risoluzioni delle Nazioni Unite e il “ruolo centrale” dell’Onu. Hanno anche osservato con preoccupazione il deterioramento della situazione socio-economica e umanitaria, sostenendo che l’assistenza umanitaria dovrebbe essere fornita in modo diretto, senza impedimenti e senza discriminazioni tra i settori sociali. (Agenzia Nova)