L’Arabia Saudita e Libano ai ferri corti. Riad espelle l’ambasciatore di Beirut

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(Roma, 30 ottobre 2021). L’Arabia Saudita ha vietato tutte le importazioni dal Libano e ha concesso all’ambasciatore libanese 48 ore per lasciare il Regno. Riad ha altresì vietato ai suoi cittadini di recarsi nel Paese e ha richiamato in patria il suo ambasciatore a Beirut. La decisione è arrivata, venerdì 29 ottobre, dopo giorni di tensione, a causa dei commenti del ministro dell’Informazione libanese, George Kordahi, che ha criticato l’intervento militare della coalizione araba a guida saudita in Yemen.

Le dichiarazioni di Kordahi, definite “offensive” da Riad, erano state rilasciate durante uno show televisivo registrato il 5 agosto, quasi un mese prima del suo insediamento, ma sono circolate pesantemente sui social media a partire da martedì 26 ottobre. In quell’occasione, il ministro aveva affermato che i ribelli sciiti Houthi si stavano difendendo bene “contro un’aggressione esterna” e aveva condannato la guerra decennale in Yemen definendola “inutile”. Il governo saudita, in un comunicato, ha reagito ai commenti e ha sottolineato che le dichiarazioni del ministro libanese hanno rappresentato “un nuovo episodio di posizioni riprovevoli e da respingere emesse da funzionari del Libano nei confronti del Regno e delle sue politiche”. Kordahi, per smorzare i toni, ha spiegato che le sue osservazioni erano opinioni personali, fatte prima di essere nominato ministro, e ha assicurato di non essere assolutamente ostile nei confronti dell’Arabia Saudita, ma di essere “contrario alle guerre arabo-arabe”. Il ministro ha precisato che non si dimetterà nonostante l’incidente diplomatico.

Il premier libanese, Najib Mikati, cercando di ridimensionare la portata dei fatti, ha sottolineato che i commenti non riflettevano la posizione del governo. Mikati spera di migliorare i legami con gli Stati arabi del Golfo, tesi da anni per via dell’influenza esercitata a Beirut dal gruppo sciita libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran. “Il controllo dei terroristi di Hezbollah sul processo decisionale dello Stato libanese ha reso il Paese un’arena per l’attuazione di progetti da parte di coloro che non vogliono il bene del Libano e del suo popolo”, si legge in una nota diffusa dall’agenzia di stampa saudita SPA.

A proposito della decisione di bloccare le importazioni, l’Arabia Saudita ha affermato che questa sarebbe altresì il risultato della mancata adozione, da parte di Beirut, delle misure necessarie a fermare l’esportazione di stupefacenti dal Libano, “soprattutto alla luce del controllo terroristico di Hezbollah su tutti i porti”. Ad aprile, Riad aveva già vietato tutte le importazioni di frutta e verdura dal Libano, in risposta ad un aumento del traffico di droga dal Paese e dopo aver sventato un tentativo di contrabbandare più di 5 milioni di pillole illegali di anfetamine Captagon nascoste in una spedizione di melograni all’interno del porto di Jeddah. “Il governo del Regno si rammarica dell’esito dei rapporti con la Repubblica libanese a causa dell’ignoranza dei fatti da parte delle autorità libanesi e della loro continua incapacità di adottare misure correttive per assicurare il rispetto dei rapporti che il Regno da tempo auspica sulla base della sentimenti fraterni e dei legami profondi che ha per il caro popolo libanese”, hanno dichiarato, venerdì, le autorità saudite.

Solo qualche ora dopo la mossa saudita, anche il Regno del Bahrain ha ordinato all’ambasciatore libanese di lasciare il Paese entro due giorni, con motivazioni analoghe. A inizio settimana, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait e Bahrain avevano convocato i loro ambasciatori in Libano per consultazioni, dopo la circolazione dei commenti di Kordahi. Anche il Consiglio di cooperazione del Golfo, che comprende Qatar e Oman oltre alle 4 nazioni summenzionate, ha condannato le osservazioni del ministro libanese. A maggio, l’allora ministro degli Esteri libanese, Charbel Wehbe, si era dimesso dopo aver insinuato che i Paesi del Golfo fossero dietro l’ascesa dell’Isis in una discussione con il lobbista saudita Salman al-Ansari su Alhurra TV.

Di Chiara Gentili. (Sicurezza Internazionale)