Il governo di Damasco ha accusato Israele dell’uccisione di un ex deputato, Medhat al-Saleh, detenuto per circa 12 anni in una prigione israeliana. Se la responsabilità di Tel Aviv fosse confermata, l’episodio potrebbe dare inizio a una nuova fase delle operazioni di Israele in Siria, dirette soprattutto contro l’Iran.
L’episodio ha avuto luogo il 16 ottobre. Media siriani filogovernativi, tra cui l’agenzia di stampa SANA, hanno riferito che Saleh è stato preso di mira, con colpi di arma da fuoco, dal “nemico israeliano”, mentre ritornava a casa ad Ain al-Tineh, un villaggio situato nei pressi delle Alture del Golan, dove lavorava in un ufficio del governo. Non è chiaro se il colpo sia provenuto da un velivolo o da una postazione di terra. Ad ogni modo, nella medesima giornata del 16 ottobre è stata monitorata la presenza di droni ed elicotteri nell’area colpita, Majdal Shams. Per il regime di Damasco, si è trattato di un “vile atto criminale”, oltre che di un atto di “aggressione e terrorismo”, che porterà la popolazione siriana a contrastare con maggiore forza la presenza di Israele nelle Alture del Golan. (Media/Agenzie)