(Roma, 18 ottobre 2021). Quarto attentato di ISKP contro un luogo di culto in Afghanistan in 2 settimane. Colpita la moschea di Imam Bargah a Kandahar. I jihadisti ex ISIS vogliono screditare i talebani e “punire” gli infedeli sciiti. Inoltre, il timing conferma che manterranno il pressing sull’Emirato Islamico
Ennesimo attentato a una moschea in Afghanistan, il quarto in meno di due settimane. Questa volta a essere stata presa di mira è stata quella sciita di Imam Bargah a Kandahar e, come nei precedenti casi, ci sono numerose vittime. L’azione è da imputarsi a ISIS Khorasan Province (ISKP), che ha lanciato una guerra contro i talebani. Gli attacchi ai luoghi di culto hanno un duplice obiettivo: da una parte colpire la credibilità dell’Emirato Islamico mentre questo cerca di accreditarsi con la comunità internazionale. Dall’altra, “punire” gli sciiti, considerati infedeli dai jihadisti sunniti. Nei giorni scorsi ISKP aveva compito massacri analoghi presso la moschea di Eid Gah a nord di Kabul, quella sciita di Sayyidabad a Kunduz e una madrassa a Khost. La scia di attentati conferma che i miliziani ex ISIS non hanno paura dell’Emirato Islamico.
ISKP manterrà il pressing sui talebani. Lo confermano i continui attentati e l’arrivo in Afghanistan di numerosi estremisti, provenienti da Iraq e Siria
I continui attentati di ISKP contro i talebani sono la conferma che i jihadisti ex-ISIS sono intenzionati a mantenere elevato il pressing sull’Emirato Islamico. Inoltre, puntano a espandere la loro influenza e presenza in Afghanistan. Lo stesso presidente russo, Vladimir Putin, ha denunciato solo pochi giorni fa che il paese asiatico si sta riempendo di estremisti, i quali provengono principalmente da Iraq e Siria. Sono i miliziani dello Stato Islamico, in fuga dalle offensive delle forze locali in cooperazione con Inherent Resolve, che cercano un luogo più sicuro e “fertile” per tentare di ricostituire il Califfato.
Di Francesco Bussoletti. (Difesa & Sicurezza)