(Roma, Parigi, 28 settembre 2021). Discorso a suo modo storico, quello di Emmanuel Macron, dato che mai fino a ora un Capo di governo europeo, e il presidente francese lo è de facto, ha messo in discussione il rapporto con gli Stati Uniti in maniera così esplicita. Non una presa di distanza, ovviamente, ma una rimodulazione di tale rapporto, argomentata in maniera impeccabile nella sostanza.
Lo riportiamo, anche perché la vittoria di Scholz in Germania, della quale ci siamo occupati nella nota pregressa, potrebbe favorire (dove il condizionale è d’obbligo) gli sviluppi indicati dal presidente transalpino, anche per l’importanza che il nuovo Cancelliere tedesco ascrive al rapporto con Parigi, e non per nulla indicata come prima tappa dei suoi viaggi all’estero.
“Gli europei devono uscire dall’ingenuità”, ha detto il presidente francese, “[…] traendo le conseguenze” delle nuove scelte strategiche degli Stati Uniti, la cui attenzione è ora catalizzata dal Pacifico.
“Quando siamo sotto l’effetto della pressione di poteri che a volte si induriscono, reagire, dimostrare che abbiamo anche il potere e la capacità di difenderci non è cedere all’escalation, è semplicemente farci rispettare”.
“Gli Stati Uniti d’America sono grandi amici e alleati storici in termini di valori, ma siamo costretti a constatare che da più di dieci anni si sono concentrati prima di tutto su se stessi e hanno interessi strategici che si stanno riorientando verso la Cina e il Pacifico. È un loro diritto, è la loro sovranità. Ma anche qui saremmo ingenui, o faremmo un terribile errore, a evitare di trarre tutte le conseguenze che ci riguardano”.
“È con lo stesso pragmatismo e la stessa lucidità che noi europei dobbiamo prendere, per la nostra parte, le stesse misure protettive. Non è un’alternativa all’alleanza con gli Stati Uniti, non è una sostituzione, è assumerci la responsabilità di questo pilastro europeo nel quadro della NATO. Ci viene chiesto di assumerci maggiori responsabilità per la nostra protezione, penso che sia legittimo; sta quindi a noi farlo”.
Il discorso è stata tenuto in un ambito non casuale, ovvero al momento della firma della vendita di alcune fregate made in France alla Grecia. Contrappunto simbolico, e non certo di pari valore, del contratto per la vendita di sottomarini nucleari Usa all’Australia, siglato in alternativa a un contratto analogo già firmato con la Francia.
Redazione. (Piccole Note)