A rischio il futuro delle scuole cattoliche in Libano. A lanciare l’allarme è suor Marie-Antoinette Saadeh, superiora generale della Congregazione delle suore maronite della Sacra Famiglia, vicepresidente del Comitato per l’educazione del Consiglio dei patriarchi e dei vescovi cattolici e presidente dell’Unione delle superiore generali, che a cnwa.org descrive la disastrosa situazione economica nel Paese e le difficoltà che stanno affrontando gli istituti scolastici. “Da un punto di vista contabile, la maggior parte delle nostre scuole dovrebbe chiudere – dice la religiosa -. Stiamo combattendo con tutto ciò che abbiamo per mantenere aperte queste scuole. Come Chiesa, come ordini religiosi e come istituzioni, ci abbiamo provato, e sostanzialmente abbiamo esaurito tutte le nostre risorse per sopravvivere. Finanziariamente, non possiamo continuare a meno che non otteniamo un aiuto”. Negli ultimi due anni la valuta libanese è crollata di oltre il 90%, gli stipendi sono scesi ad appena un decimo dei loro precedenti valori in dollari e molte famiglie non hanno il denaro necessario per le tasse scolastiche. Stime dell’Onu rivelano che il 78 per cento dei libanesi vivono al di sotto della soglia di povertà. Per suor Marie-Antoinette perché il Libano continui ad essere un luogo di dialogo, un faro di luce in Medio Oriente, è necessario salvare le istituzioni cattoliche, le scuole, gli ospedali e i centri sociali. Le scuole cattoliche, in particolare, hanno una lunga tradizione nel Paese e sono frequentate da studenti di diverse religioni e di diversa estrazione sociale e, evidenzia suor Marie-Antoinette, insegnano “come vivere insieme e come crescere insieme e rispettarsi a vicenda. “Se le istituzioni educative libanesi crollano – conclude la religiosa – crollerà l’identità del Libano e la società libanese. Senza finanziamenti esterni, dovremo chiudere molte delle nostre scuole, anche se stiamo facendo tutto il possibile per evitarlo”. (Vatican News)