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AUKUS: UE, erosa fiducia con USA, resettare relazione

(Roma, 21 settembre 2021). Dopo il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan e l’accordo Aukus tra Stati Uniti, Australia e Regno Unito « c’è una forte percezione che la fiducia tra l’Ue e gli Usa sia stata erosa. Quindi è probabilmente il momento di mettere in pausa e resettare la nostra relazione ». Lo ha detto il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, al Consiglio Atlantico a Washington. « In Europa c’è una sensazione crescente che qualcosa si sia rotto nelle nostre relazioni transatlantiche », ha aggiunto Breton, insistendo anche sulla necessità di una « difesa comune per l’Europa » per poter « agire da soli quando necessario ».

A margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e il primo ministro australiano, Scott Morrison, hanno avuto uno scambio molto franco e diretto sui recenti sviluppi nella regione Indo-Pacifico sia sulla forma che sul contenuto, come talvolta necessario tra amici. Lo si apprende da un funzionario Ue.

I due hanno convenuto sul fatto che « la trasparenza e il dialogo sono fondamentali per poter mantenere l’ordine internazionale fondato sulle regole e che i partner dovrebbero informarsi reciprocamente su questioni di ampia importanza geostrategica. Nel G7 a Cardis Bay, i partner hanno concordato di avere un dialogo continuo tra le democrazie liberali su questioni di interesse comune ».

« L’Ue e l’Australia hanno un interesse comune nella regione indopacifica. La regione riveste un’importanza strategica per gli interessi dell’Ue. Sarà importante che l’Australia si impegni con l’Ue e i suoi Stati membri per creare fiducia e un partenariato forte. Entrambi i leader hanno deciso di rimanere in contatto diretto ».

Il primo ministro australiano, Scott Morrison, al suo arrivo a New York, aveva detto che non discuterà la spinosa questione della cancellazione del programma di sottomarini con la Francia con il presidente francese Emmanuel Macron nel corso dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si riunisce questa settimana. « Non c’è l’opportunità di farlo ora. Sono sicuro che questa opportunità arriverà a tempo debito », aveva dichiarato Morrison, riferendosi al dispiacere della Francia per l’improvvisa cancellazione del contratto, che Parigi ha descritto come « tradimento » e che ha spinto il richiamo del suo ambasciatore in Australia e negli Stati Uniti per consultazioni.

Dopo la replica dell’Australia alle accuse di « doppio gioco » della Francia, con Canberra che ha sostenuto di aver agito « secondo le regole » nella vicenda dei sottomarini, Parigi mette a punto la sua versione e conferma il « tradimento » australiano sulla maxicommessa da 56 miliardi di euro. Il ministero delle Forze armate a Parigi, in un briefing, ha confermato che nulla era filtrato sulle intenzioni degli australiani di rompere il contratto e che la fornitura di Naval Group rispondeva punto per punto alle richieste formulate nel 2009 dagli australiani. Il ministero ha confermato che Peter Dutton, ministro della Difesa australiano, ha chiamato la collega francese Florence Parly soltanto « qualche ora » prima dell’annuncio ufficiale della decisione. Prima di questa telefonata, nulla lasciava supporre che l’Australia – assicura il ministero – cambiasse idea, al contrario di quanto afferma Canberra. Gli australiani, infatti, negli ultimi giorni hanno più volte ribadito di aver comunicato da anni alla Francia preoccupazioni sui ritardi, l’aumento dei costi e soprattutto dei dubbi sulla pertinenza della scelta iniziale sul tipo di sottomarino. « Il 30 agosto 2021 – spiega il ministero presentando una lettera del governo australiano che esprimeva « soddisfazione » – Florence Parly e il ministro degli Esteri, Jean-Yves Le Drian, hanno nuovamente convalidato il programma con i loro omologhi australiani. Per questo il termine tradimento non è esagerato ». Smentite, dunque, le affermazioni australiane su presunti contatti di Dutton con Parly durati mesi e incentrati sui dubbi australiani: « Non c’è stato nessun avvertimento, nessuna proposta di discussione ».

(Rai News)

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