La Turchia “non è a conoscenza” della presenza sul suo territorio di Saadi Gheddafi, terzo figlio del defunto colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce il sito web d’informazione libico “Libya Observer”, citando una dichiarazione del ministero degli Esteri turco. Domenica 5 agosto, il Governo di unità nazionale (Gun) libico ha annunciato la liberazione di Saadi, ex calciatore noto in Italia per aver indossato dal 2003 al 2007 le maglie del Perugia, dell’Udinese e della Sampdoria, dopo un verdetto di assoluzione emesso per carenza di prove. Secondo i resoconti della stampa libica, Gheddafi sarebbe stato fatto salire a bordo di un aereo di proprietà del governo libico, un Falcon 900EX (5ADCN), atterrato la notte stessa della scarcerazione a Istanbul, in Turchia, Paese che in passato non ha nascosto la propria avversione nei confronti della famiglia Gheddafi. Secondo il quotidiano inglese “Libya Herald”, il 48enne libico potrebbe recarsi in Egitto, al Cairo, per ricongiungersi con la madre Safia Ferkash. Tuttavia, l’ex ministro dell’Informazione libico, Musa Ibrahim, attualmente portavoce della famiglia Gheddafi, ha detto che Saadi si trova invece in Turchia con la sua famiglia.
Il terzo figlio del rais era stato arrestato con l’accusa di aver partecipato alla repressione delle proteste nel 2011 e in relazione all’omicidio di Bashir al Riyani, calciatore del club Al Ittihad, nel 2005. Gheddafi era stato consegnato alle autorità libiche nel 2014 dal Niger, dove era fuggito a seguito della liberazione della capitale, Tripoli, durante la rivoluzione del 17 febbraio 2011. Nell’estate del 2015, alcuni filmati pubblicati sul web mostravano i funzionari della sicurezza di Tripoli mentre torturavano e minacciavano Saadi Gheddafi nel tentativo di estorcergli una confessione. La scarcerazione è avvenuta a poco più di un mese dal decimo anniversario della morte dell’ex rais, ucciso a Sirte il 25 ottobre 2011. Recentemente, un altro figlio dell’ex rais libico Muammar Gheddafi, Saif al Islam, secondogenito classe 1972, ha annunciato l’intenzione di candidarsi ufficialmente alle elezioni presidenziali previste in Libia alla fine di quest’anno. Secondo il sito web dell’emittente televisiva tedesca “Deutsche Welle”, “il discendente più importante della famiglia oggi è Saif al-Islam, 49 anni, l’unico membro della famiglia con ambizioni politiche al momento”. Secondo la tv tedesca, Saif al Islam Gheddafi ha una “reale opportunità” per un possibile rientro in politica data “l’estrema dissonanza della scena politica libica in questo momento”.
Le autorità libiche hanno riferito che la liberazione di Saadi Gheddafi, così come di un altro ex esponente del regime, Ahmed Ramadan, già direttore dell’Ufficio informazioni e segretario personale di Muammar Gheddafi, rientrano nell’ambito degli sforzi per raggiungere la “riconciliazione nazionale” in vista delle elezioni del 24 dicembre. Tuttavia, fonti stampa riferiscono che il rilascio di Saadi Gheddafi sarebbe avvenuto sullo sfondo di negoziati che includevano alti esponenti tribali, il primo ministro Abulhamid Dabaiba, nonché l’ex ministro dell’Interno, Fathi Bashagha. “Agenzia Nova” ha appreso che l’ex ministro dell’Interno del precedente Governo di accordo nazionale aveva chiesto il rilascio di Saadi Gheddafi in una corrispondenza datata 16 febbraio 2021, a seguito di un incontro di Bashagha con la tribù Qadhadhfa. Quell’incontro, spiegano fonti libiche, aveva sancito un accordo politico tra la tribù Gheddafi e le “città-Stato” di Misurata. L’esecutivo guidato da Dabaiba ha spiegato in una nota che la liberazione di Saadi Gheddafi è stata effettuata “in collaborazione con la Procura e l’Agenzia di deterrenza per combattere il terrorismo e la criminalità organizzata”, mentre secondo il Consiglio presidenziale di Tripoli “questo passo fa parte degli sforzi per stabilire una riconciliazione nazionale globale”. (Nova News)