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Tunisia: il movimento islamista Ennahda fa mea culpa e promette un rinnovamento

Il movimento islamista tunisino Ennahda si assume “una parte della responsabilità” per la situazione che il Paese ha vissuto negli ultimi anni e che ha portato alle radicali decisioni adottate dal presidente della Repubblica, Kais Saied, il 25 luglio. Lo ha riferito lo stesso movimento in un comunicato diffuso mercoledì sera, primo settembre, al termine dell’ultima riunione dell’ufficio esecutivo provvisorio che gestisce gli affari del partito. La responsabilità della situazione in Tunisia, spiega Ennahda, andrebbe estesa anche ai partiti con cui ha condiviso il potere nei governi che si sono succeduti in Tunisia dal 2011 ad oggi. Il movimento islamista ha comunque affermato di comprendere “la rabbia della piazza” e si dice pronto a una “valutazione seria e oggettiva” durante la prossima conferenza del partito, da tenersi tuttavia in una data ancora da definire. Una conferenza attesa da tempo e che dovrebbe portare a un “rinnovamento della visione, dei programmi e degli orizzonti” dando spazio ai giovani, promette il partito islamista. Il leader del movimento, Rachid Ghannouchi, 80 anni, ha supervisionato l’incontro tenuto ieri presso la sede del movimento nella capitale Tunisi, promettendo che “la formazione del nuovo ufficio esecutivo sarà presto annunciata”. Lo scorso 23 agosto, Ghannouchi ha licenziato tutti e i 32 membri dell’ufficio esecutivo del movimento. Il 25 luglio, il capo dello Stato ha sospeso le attività del parlamento, dominato proprio da Ennahda, e licenziato il premier Hichem Mechichi, un indipendente sostenuto dal movimento islamista. (Nova News)

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