(Roma, 14 agosto 2021). Le forze talebane sono a 11 chilometri dalla capitale. In Afghanistan è il caos e ora si teme un esodo di massa
I talebani non si fermano e ora puntano Kabul. Secondo l’agenzia di stampa Pajhwok, riportata da Nova, gli insorti hanno raggiunto il distretto di Chahar Asyab e a questo punto sarebbero a soli 11 chilometri a sud della capitale dell’Afghanistan. La distanza tra l’esercito talebano e il cuore del fragile stato afghano si riduce dunque di ora in ora. E sono in molti a temere che la città possa cadere nel brevissimo tempo, ben prima delle peggiori previsioni fatte circolare dall’intelligence Usa che parlava di almeno quattro settimane.
Afghanistan vicino al collasso
La situazione appare ormai fuori controllo. Almeno da parte del governo di Kabul. Il presidente Ashraf Ghani è apparso in televisione per provare a rassicurare la popolazione ormai rassegnata all’arrivo dei talebani. Ghani ha detto che sono in corso « consultazioni rapide » con i ministri, funzionari, delegati internazionali e leader locali per arrivare a « una soluzione politica che garantisca pace e stabilità al popolo afghano ». Il presidente ha voluto lanciare un messaggio di speranza assicurando il massimo « per evitare ulteriore instabilità, violenza e sfollati ». Anche in Qatar procedono i negoziati per poter arrivare a una tregua prima che avvenga un vero disastro umanitario.
La corsa verso Kabul appare inesorabile. Sono già 20 i capoluoghi di provincia caduti in mano talebana dopo la presa di Asadabad, nel Kunar. In tante città si combatte, come Mazar-i-Sharif, che appare l’unico grande centro in grado di resistere all’assedio. Altri centri, invece, cadono a volte anche senza sparare un colpo. Alcune città sono state evacuate prima dell’arrivo dei talebani, in larga parte grazie ad accordi presi tra i funzionari e gli « studenti coranici ».
Secondo Axios, la situazione sembra aver colto di sorpresa la stessa amministrazione americana. Il sito riporta che la Casa Bianca starebbe già riflettendo sulla drastica riduzione della presenza diplomatica in tutto l’Afghanistan. Uno scenario praticamente imprevisto, tanto che ora si inizia a pensare che non vi sarà una presenza diplomatica duratura di Washington dopo il 31 agosto: data in cui il Pentagono dovrebbe completare il ritiro.
I marines arrivano a Kabul
Gli Stati Uniti, preoccupati per quanto sta avvenendo in Afghanistan, hanno già provveduto all’invio di migliaia di uomini per procedere all’evacuazione del personale civile e connazionali rimasti a Kabul e in altri centri del Paese. Un battaglione di marines è già arrivato a Kabul per sorvegliare le procedure di evacuazione. Sarebbero circa tremila gli uomini pronti a sbarcare di nuovo in Afghanistan, mentre quattromila unità sono pronte nella regione per sostenere il processo di fuga. Altri mille uomini, ha detto il portavoce John Kirby, sono invece in Qatar per aiutare con le pratiche di visto per interpreti e collaboratori afghani: i primi in pericolo di vita, insieme alle loro famiglie, per l’arrivo delle forze talebane. Un dramma che vale anche per coloro che hanno lavorato con le forze italiane.
Londra ha annunciato l’invio nel Paese di 600 uomini della 16ma Brigata aerea di assalto. Mentre la Germania, stando alle prime informazioni, sta già preparando una spedizione per evacuare un centinaio di cittadini tedeschi e i collaboratori afghani legati alle forze di Berlino. Anche la Francia continua con le evacuazioni e con i visti per i collaboratori: tra maggio e luglio, spiega AdnKronos, 625 afghani sono stati accolti Oltralpe con le rispettive famiglie.
Di Lorenzo Vita. (il Giornale)