Libano: violenze e decessi legati alla scarsità di carburante

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(Roma, 10 agosto 2021). Tre uomini libanesi sono morti in due scontri separati nati a causa della scarsità di forniture di carburante, causata dall’inflazione e dalla perdurante crisi economica del Paese.

Un uomo è stato ucciso durante una discussione per un rifornimento di benzina nella regione di Danniyeh, nel Nord del Libano, secondo il comunicato dell’esercito citato dall’agenzia di stampa Reuters. Altri due sono stati uccisi a Tripoli, secondo la stessa fonte, per un alterco su un’analoga questione. La valuta libanese ha perso più del 90% del suo valore in meno di due anni, causando penuria di carburante, elettricità e medicinali. La crisi si è aggravata ad agosto, con gravi carenze del carburante necessario per far funzionare i generatori.

Il Libano ha iniziato a sovvenzionare il carburante a causa della crisi, ma recentemente ha dovuto aumentare i prezzi. In questa situazione, la Banca Centrale ha chiesto al governo il permesso di attingere alle sue riserve per finanziare le importazioni. Con la politica libanese in stallo, i cittadini libanesi hanno organizzato piccole proteste in diverse parti del Paese, lamentandosi dell’inazione delle autorità competenti. Il 26 luglio scorso, un ex premier libanese, Nagib Mikati, è stato incaricato di formare un nuovo esecutivo per Beirut, dopo che il primo ministro designato in precedenza, Saad Hariri, non è riuscito a trovare un accordo con le forze politiche libanesi e con il capo di Stato, Michel Aoun.

In un clima di scontento generalizzato, la capitale libanese è stata teatro di violente manifestazioni, il 4 agosto, giorno della commemorazione del primo anniversario dell’esplosione presso il porto di Beirut. Queste sono state caratterizzate da scontri tra manifestanti e forze di polizia, in tenuta antisommossa. Queste ultime hanno utilizzato cannoni ad acqua, manganelli e gas lacrimogeni per rispondere alle pietre lanciate dai gruppi di manifestanti che cercavano di prendere d’assalto la sede del Parlamento. Almeno 84 persone sono rimaste ferite a seguito degli scontri verificatisi nei pressi dell’edificio.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, il tasso di povertà in Libano è salito nel 2020 al 55%, dopo essere aumentato del 28% nel 2019. La percentuale di libanesi che vivono in condizioni di povertà estrema, invece, è passata dall’8 al 23%. Secondo sondaggi condotti alla fine del 2020 dal World Food Program, il 41% della popolazione accede con difficoltà a risorse alimentari e di prima necessità. Anche in ambito sanitario, il 36% dei libanesi non riesce a usufruire facilmente dell’assistenza sanitaria necessaria, una percentuale in crescita, se si considera che tra luglio e agosto questa era pari al 25%. Non da ultimo, il tasso di disoccupazione è aumentato dal 28% di febbraio 2020 a quasi il 40% riportato a novembre-dicembre dello stesso anno.

Maria Grazia Rutigliano. (Sicurezza Internazionale)