L’ambasciata degli Stati Uniti a Kabul ha invitato i cittadini statunitensi presenti in Afghanistan a lasciare il Paese il prima possibile, a causa del deterioramento della situazione di sicurezza nel Paese. “L’ambasciata Usa invita i cittadini statunitensi a lasciare l’Afghanistan immediatamente, utilizzando le opzioni di voli commerciali disponibili. Date le condizioni di sicurezza e il personale ridotto, la capacità dell’ambasciata di assistere i cittadini Usa in Afghanistan è estremamente limitata anche a Kabul”, afferma una nota della sede diplomatica di Washington. Il personale dell’ambasciata in grado di lavorare da remoto ha in effetti già lasciato il Paese, in linea con un ordine emesso dal dipartimento di Stato lo scorso 27 aprile. L’Afghanistan assiste negli ultimi giorni a violenze di particolare intensità, dovute alla progressiva avanzata dei talebani in diverse regioni del Paese a fronte del ritiro delle forze statunitensi e internazionali, che sarà completato entro settembre.
La guerra in Afghanistan è giunta a una “nuova, mortale e più distruttiva fase”, secondo quanto ha dichiarato ieri la rappresentante speciale delle Nazioni Unite per il Paese, Deborah Lyons, invitando il Consiglio di sicurezza ad agire il prima possibile per evitare una “catastrofe”. Secondo Lyons, l’avanzata dei talebani negli ultimi mesi ricorda quanto accaduto in passato in Siria e nei Balcani. “L’Afghanistan ora è a un pericoloso punto di svolta. Da una parte c’è un genuino negoziato di pace, dall’altra una seri.e di crisi tragicamente interconnesse: un conflitto brutale combinato con un’acuta emergenza umanitaria e il moltiplicarsi degli abusi dei diritti umani”. Lyons, capo della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama), ha anche avvertito delle conseguenze di un allargamento della crisi oltre i confini nazionali. In questo scenario, i Paesi coinvolti devono cogliere l’opportunità e dimostrare impegno “a evitare che l’Afghanistan precipiti in una catastrofe così seria da avere pochi precedenti in questo secolo”.
Dopo aver preso il controllo di ampi territori rurali in vista del ritiro delle forze Usa e Nato, i talebani si preparano ora ad attaccare le principali città del Paese, in particolare Kandahar, Herat e Laskhar Gah. Secondo Lyons, oltre mille persone sono rimaste uccise in queste aree nell’ultimo mese, mentre case, ospedali, ponti e altre infrastrutture sono state distrutte. I combattimenti sono particolarmente intensi nell’area di Laskhar Gah, capitale della provincia meridionale di Helmand, dove almeno 104 civili sono rimasti uccisi e 403 sono stati feriti negli ultimi dieci giorni. “Si tratta di un tipo diverso di conflitto, che ricorda quello recente in Siria o quella a Sarajevo in un passato non così distante. Attaccare aree urbane infliggerebbe enormi danne e causerebbe enormi perdite di vite umane”, ha aggiunto la rappresentante speciale Onu.
Redazione. (Nova News)