Tunisia: 130 esponenti Ennahda invitano Ghannouchi a cambiare rotta nello scontro con Saied

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Un gruppo di 130 esponenti dell’ala giovanile del movimento islamico tunisino Ennahda, tra cui cinque deputati, hanno inviato al loro leader e presidente dell’Assemblea dei rappresentanti del popolo tunisino (Arp), Rachid Ghannouchi, una lettera intitolata “Correggere la rotta” in cui rigettano l’appello a manifestare contro il capo dello Stato Kais Saied. Nella lettera i 130 firmatari hanno invitato Ghannouchi a « premettere l’interesse nazionale, prendere le misure necessarie per la Tunisia e garantire il ritorno del parlamento al suo normale corso d’azione ». I firmatari hanno invitato la dirigenza del partito a « essere pienamente responsabili del mancato raggiungimento delle richieste del popolo e di comprendere lo stato di congestione e fermento », ritenendo « non efficaci le scelte del movimento sul piano politico, economico e sociale e il modo in cui gestisce le alleanze”. Intanto oggi il movimento di Ennahda ha tenuto questo pomeriggio una riunione del suo Consiglio della Shura per deliberare nuovamente sulle decisioni annunciate dal presidente Kais Saied il 25 luglio. Nel comunicato diffuso dopo l’incontro, il movimento ha ritrattato l’invito a scendere in strada, chiedendo il dialogo e la cessazione dei litigi. In questo contesto, uno degli edsponenti di spicco del movimento islamico, Samir Dilou, ha affermato ieri che è necessario che i leader del movimento conoscano la sua « dimensione dopo i cambiamenti », aggiungendo di essere contrario all’invito di Ghannouchi ai sostenitori del movimento a scendere in piazza. “Ricorrere alla violenza e mettere in pericolo la vita dei tunisini e confrontarsi con le forze di sicurezza è una ‘linea rossa’”, ha dichiarato Dilou. « Io e altri leader di Ennahda abbiamo spiegato la nostra posizione al presidente del movimento, Ghannouchi, perché la situazione è cambiata”, ha affermato. Dilou ha inoltre criticato coloro che mettono in pericolo la pace, invitano i tunisini a combattere o a promuovere l’interesse di parte, sottolineato che chi lancia questi appelli « ha perso un’occasione d’oro per il silenzio ». (Agenzia Nova)