L’Esercito dell’Algeria ha svolto oggi una vasta esercitazione militare con munizioni vere nella regione di Djanet, vicino al confine con la Libia, alla presenza del capo di Stato maggiore dell’Esercito nazionale popolare, generale Said Chengriha, e diversi altri alti ufficiali. Le manovre giungono dopo le indiscrezioni della stampa libica sul presunto dispiegamento delle milizie dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar vicino al confine algerino. Durante un discorso tenuto ieri a Djanet, a margine della visita ufficiale alla Quarta regione militare algerina, il capo di Stato maggiore ha indicato che l’Algeria “non accetterà mai alcuna minaccia da parte di nessuno”. Chengriha ha messo in guardia “qualsiasi persona spinta dalla sua sete di potere” ad evitare “attacchi alla reputazione, alla sicurezza e all’integrità territoriale dell’Algeria”. Nel suo discorso riportato in un comunicato del ministero della Difesa, Chengriha ha promesso una risposta “feroce e risoluta” contro ogni tentativo di attacco contro l’Algeria. Il capo di Stato maggiore, infine, ha affermato che l’Algeria, “forte del suo esercito valoroso e del suo popolo rivoluzionario e combattente, ancorato alla sua gloriosa storia, non può essere turbata dai folli e dagli avventati”.
Lo scorso 21 giugno, fonti algerine avevano categoricamente smentito il presunto controllo di un punto di frontiera tra Algeria e Libia da parte delle forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) di Khalifa Haftar. In particolare, il quotidiano online algerino “Mena Defense” ha riferito che la regione di Ghat, che comprende il valico di frontiera di Issine (estremo sud-ovest della Libia), è controllata dal leader Tuareg Ali Kanna, ex capo delle forze armate del sud-ovest della Libia sotto il governo dell’ex rais Muammar Gheddafi, e ora alleato del governo di Tripoli. Il leader Kanna controlla il triangolo di Ghat, Ubari e Al Aouinate. Le immagini diffuse nei giorni scorsi dai media, che mostravano la presa di Issine, erano retrodatate e riguardavano la presa di Tamenhint, controllata dalle truppe dell’esercito libico di Haftar con il sostegno della Russia. Le immagini miravano rispondere alle dichiarazioni del presidente dell’Algeria, Abdelmadjid Tebboune, sul dovere di proteggere Tripoli dai “mercenari stranieri”.
Vale la pena ricordare che il confine con tra Libia e Algeria è stato quasi sempre chiuso dalla caduta del regime del colonnello Muammar Gheddafi nel 2011, ma le autorità di Algeri e il governo di Tripoli stavano pianificando una riapertura a breve. “Abbiamo chiuso i nostri confini con la Libia a causa dell’emergenza Covid, ma ora siamo intenzionati a riaprire uno o due punti di frontiera”, ha detto ad “Agenzia Nova” il ministro degli Affari esteri dell’Algeria, Sabri Boukadoum, a margine della ministeriale Esteri e Sviluppo del G20 che si è tenuta ieri a Matera. Dopo il gennaio del 2013, quando un commando di miliziani affiliati ad al Qaeda provenienti dalla Libia sequestrò oltre 800 persone nell’impianto di estrazione del gas di Tigantourine, nell’est dell’Algeria, il governo algerino ha intensificato gli sforzi per mettere in sicurezza la zona di confine e in particolare le strutture petrolifere e del gas. Nel 2018, l’Algeria ha sbloccato 1,9 miliardi di dollari per lo sviluppo della rete stradale e delle infrastrutture pubbliche di questa regione desertica: un progetto teso a velocizzare i movimenti dell’Esercito algerino e a garantire un maggiore controllo dell’area. (Nova News)