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Il leader dello Stato islamico in Africa occidentale conferma la morte dell’ex capo di Boko Haram

(Roma, 05 giugno 2021). La provincia dello Stato islamico dell’Africa occidentale (Iswap) ha confermato che l’ex leader di Boko Haram, Abubakar Shekau, si è fatto esplodere dopo aver rifiutato di arrendersi a seguito dell’invasione del suo nascondiglio lo scorso 19 maggio. È quanto affermato dal leader dell’Iswap, Abu Musab al Barnawi, in un messaggio interno la cui registrazione è stata ottenuta dal sito d’informazione “HumAngle”, lo stesso che per primo aveva dato la notizia della morte di Shekau. Nel suo discorso, pronunciato in lingua hausa, Al Barnawi ha descritto Shekau come “il leader della disobbedienza e della corruzione” e ha affermato che i suoi combattenti si sono rallegrati per la sua morte, rallegrandosi per il fatto che Shekau si sia arreso “nel modo più umiliante”. Nel messaggio Al Barnawi riferisce di aver ordinato personalmente di uccidere Shekau per aver ucciso “credenti” musulmani. Secondo quanto riferito, i combattenti Iswap hanno attraverso il Sahara, sono entrati nel quartier generale di Shekau – la foresta di Sambisa – e si sono impegnati in uno scontro a fuoco con i suoi seguaci. Inizialmente Shekau sarebbe riuscito a scappare vagando nella foresta per cinque giorni, tuttavia i combattenti dell’Iswap sono stati in grado di localizzarlo e lo hanno inseguito fino a catturarlo.

Secondo la versione di Al Barnawi, dopo essersi rifiutato di “pentirsi” e di giurare fedeltà, “Shekau ha preferito essere umiliato nell’aldilà piuttosto che essere umiliato sulla terra”, facendosi esplodere con un giubbino esplosivo. Nel suo messaggio audio Al Barnawi ha quindi esortato i combattenti dell’Iswap nel lago Ciad a “non sedersi pigramente” e consentire alla fazione di Boko Haram rimasta fedele a Shekau di invadere le loro case, uccidere e rapire mogli e figli e trasformarli in “schiavi”, e ha esortato il gruppo terroristico rivale a scegliere il dialogo contro i suoi combattenti. L’Iswap, che ha annunciato la scissione da Boko Haram nel 2016, aveva rotto con Shekau per il suo uso eccessivo della forza, in particolare nei confronti dei musulmani, nelle aree sotto la sua influenza. Secondo gli esperti, il messaggio interno di Al Barnawi rivela che centinaia di combattenti rimasti fedeli a Shekau sarebbero ancora attivi nel bacino del lago Ciad riuniti nel gruppo denominato Bakoura, i cui membri hanno lanciato la resistenza contro l’Iswap attorno all’asse del bacino del Niger, uccidendo alcuni membri dell’Iswap e rapendo i loro familiari.

Redazione. (Nova News)

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