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Imam del carcere di Alessandria invocava la distruzione del Vaticano ed esortava alla jihad, arrestato

(Roma, 13 maggio 2021). Secondo l’accusa l’indagato, tra luglio 2020 e lo scorso marzo, sfruttando il ruolo di Imam all’interno del carcere, ha esaltato atti terroristici commessi da cellule di Al Qaeda e Daesh ed esortato i fedeli alla lotta contro i miscredenti.

Invocava la distruzione del Vaticano e inneggiava alla jihad. Questa mattina, 13 maggio, i carabinieri del Ros hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Torino nei confronti di un cittadino marocchino, già in carcere e accusato di istigazione a delinquere, in relazione ai delitti di terrorismo e propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. L’indagato, detenuto nel carcere di Novara, tra luglio 2020 e marzo del 2021 ricopriva il ruolo di imam della casa circondariale di Alessandria – San Michele e in quel periodo, secondo gli inquirenti avrebbe esaltato alcuni atti terroristici commessi da cellule di Al Qaeda e Daesh.

Inoltre avrebbe esortato i fedeli alla «lotta» contro i miscredenti, invitandoli alla commissione di atti di martirio e violenza contro le autorità italiane. Le indagini del Ros hanno ricostruito come l’imam, durante le preghiere del venerdì nel penitenziario di Alessandria, avrebbe esaltato diversi attentati terroristici, tra i quali quelli commessi in Francia all’indomani della riedizione delle vignette satiriche su Maometto da parte della testata Charlie Hebdo (settembre 2020). Diverse sono state le invettive nei confronti della popolazione ebraica, ritenuta nemica giurata dell’Islam e di cui è stata auspicata l’eliminazione.

Le intercettazioni hanno anche posto in luce come, nell’attività di proselitismo verso gli altri detenuti di fede musulmana, l’indagato abbia incitato all’odio religioso, invocando la distruzione del Vaticano ed esprimendo la propria ammirazione per Osama bin Laden e Mohammed Atta, definiti rispettivamente «difensore dell’Islam» e «persona rispettosa dei principi religiosi più autentici». Il presunto terrorista, durante alcuni dialoghi intercettati, ha più volte espresso la volontà di realizzare «azioni di martirio in nome del jihad», attraverso attacchi terroristici con l’utilizzo di armi da fuoco, esplosivi o autoveicoli. Nelle conversazioni non mancano neppure attacchi all’autorità giudiziaria italiana, responsabile della sua detenzione e propositi di vendetta nei confronti del Tribunale di Torino. Il Ros ha anche eseguito diverse perquisizioni a carico di soggetti nordafricani, detenuti nella casa di reclusione di Alessandria – San Michele e nei confronti della moglie cinquantenne dell’imam.

di Massimo Massenzio. (Torino.Corriere)

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