(Roma, 12 maggio 2021). Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha imposto sanzioni contro 7 individui presumibilmente legati ad Hezbollah e al suo braccio finanziario, accusati di aver trasferito, in modo illegittimo, 500 milioni di dollari a nome del gruppo. Si tratta della prima misura presa dall’amministrazione del presidente Joe Biden contro il gruppo appoggiato dall’Iran.
Nello specifico, l’obiettivo principale delle sanzioni statunitensi è stato rappresentato da al-Qard al-Hassan, definito il braccio finanziario dell’organizzazione sciita, e il capo dell’Unità finanziaria centrale di Hezbollah, Ibrahim Ali Daher, il quale si pensa sovrintenda al bilancio di Hezbollah, in cui sarebbero stati inclusi fondi destinati ad attività militari e omicidi di oppositori. Al contempo, gli altri sei individui sanzionati sono stati accusati di aver impiegato i propri conti, depositati presso banche libanesi, tra cui la Jammal Trust Bank, per eludere le sanzioni di Washington contro al-Qard al-Hassan e trasferire denaro sul suo conto.
Al-Qard al-Hassan, ha poi specificato il Dipartimento del Tesoro, finge di essere un’organizzazione non governativa, ma pone l’economia di Beirut a rischio sanzioni. L’ente si propone di porsi a servizio della popolazione libanese, ma, in realtà, trasferisce illegalmente fondi per mezzo di conti di fortuna e intermediari, esponendo le istituzioni finanziarie del Libano a possibili sanzioni. Motivo per cui, a detta di Washington, al-Qard al-Hassan sta prosciugando le risorse finanziarie libanesi in un momento in cui il Paese si trova a far fronte a una delle peggiori crisi economiche e finanziarie dalla guerra civile del 1975-1990. Ad ogni modo, è stata proprio tale organizzazione a consentire ad Hezbollah di creare una base di appoggio, compromettendo la stabilità del Libano.
Nato nel 1982 come movimento di resistenza contro l’occupazione israeliana del Libano meridionale e in seguito evolutosi in un partito politico locale, Hezbollah, che in arabo significa “il Partito di Dio”, è un’organizzazione paramilitare sciita libanese che alcuni Paesi, tra cui gli Stati Uniti e Israele, considerano un gruppo terroristico. Hezbollah rappresenta un attore chiave nell’arena politica libanese. A tal proposito, il precedente esecutivo di Beirut comprendeva 13 parlamentari e 3 ministri legati a tale movimento. Israele, invece, considera il movimento sciita armato la più grande minaccia per il Paese proveniente dall’esterno dei confini nazionali.
Risale al 15 ottobre 2018 la decisione degli Stati Uniti con cui Hezbollah è stato incluso in una lista comprendente cinque gruppi classificati dal Dipartimento di Giustizia statunitense come organizzazioni criminali transnazionali, nei confronti delle quali Washington ha predisposto indagini e misure penali più severe. Anche al-Qard al-Hassan è stata inclusa nella suddetta lista. La possibilità di imporre sanzioni è sancita dall’ordine esecutivo 13224, firmato dal presidente George W. Bush in seguito agli attacchi dell’11 settembre 2001, e con cui il governo degli Stati Uniti può impedire quelle attività legate al finanziamento del terrorismo. In particolare, imponendo sanzioni il Dipartimento del Tesoro mira a isolare gli individui e gli enti coinvolti dal sistema finanziario globale, ostacolando quelle transazioni tra il sistema bancario degli USA e le relative altre banche a livello internazionale, e a congelare tutti i loro beni posti sotto la giurisdizione statunitense.
La precedente amministrazione statunitense, guidata da Donald Trump, ha regolarmente sanzionato il gruppo sciita, nel quadro di una campagna di massima pressione esercitata contro Teheran, alleata di Hezbollah, e che ha colpito, nel corso del 2020, entità e personalità libanesi legate al gruppo sciita, incluso il genero del presidente libanese Aoun ed ex ministro degli Esteri, Gebran Bassil. Tra le mosse della precedente amministrazione, l’8 settembre 2020, gli Stati Uniti hanno inserito nella “lista nera” gli ex ministri dei Trasporti e delle Finanze, Yusuf Finyanus e Ali Hassan Khalil, accusati di aver fornito supporto materiale ed economico ad Hezbollah. Poco dopo, il Dipartimento del Tesoro degli USA ha comunicato di aver inserito nella lista nera delle sanzioni la Arch Consulting e la Meamar Construction, due società con sede in Libano che avrebbero aiutato Hezbollah a nascondere trasferimenti di denaro sui conti del gruppo, contribuendo al finanziamento dell’organizzazione. Hezbollah, dal canto suo, ha accusato il governo statunitense di “cercare di far morire di fame” il Libano attraverso sanzioni che colpiscono altresì le banche, un pilastro dell’economia di Beirut. Con la nuova amministrazione, che vede Joe Biden a capo della Casa Bianca, alcuni ritengono che Washington possa adottare un approccio diverso, come evidenziato altresì dalla possibilità di annullare alcune sanzioni imposte contro Teheran nel corso dei colloqui di Vienna, iniziati il 6 aprile scorso e tuttora in corso.
Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)