(Roma, 04 maggio 2021). Il 3 maggio, una delegazione ufficiale turca si è recata al Cairo per tenere colloqui con le controparti egiziane al fine di ricucire i legami tra i due Paesi. Si tratta della prima visita ufficiale dal 2013.
Oltre ai colloqui sulla normalizzazione dei rapporti bilaterali, i funzionari hanno anche discusso della cooperazione congiunta sulla Libia, dove la Turchia e l’Egitto hanno sostenuto le due fazioni rivali. Le relazioni tra Il Cairo e Ankara sono peggiorate dopo che, il 3 luglio 2013, l’esercito egiziano, guidato dall’allora ministro della Difesa, Abdul Fatah El-Sisi, aveva rovesciato il governo eletto guidato dal presidente Mohamed Morsi, esponente della Fratellanza Musulmana. A quel tempo, la Turchia ha definito la mossa un colpo di Stato militare.
Prima degli incontri del 3 maggio, il ministro del Commercio turco, Mehmet Mus, ha sottolineato la necessità di rinnovare i legami sia diplomatici sia economici tra Egitto e Turchia. “Parallelamente allo sviluppo delle relazioni diplomatiche con l’Egitto, vogliamo rafforzare i nostri legami commerciali ed economici nel prossimo periodo”, ha dichiarato il 3 maggio il ministro del Commercio. Un portavoce del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha ribadito questo concetto in una conferenza stampa, tenutasi lo stesso giorno. “I nostri colloqui stabiliranno un dialogo politico tra i due Paesi e, per il bene della questione mediterranea, stiamo cercando di trovare nuovi meccanismi per discutere delle questioni tra noi e l’Egitto”, ha riferito Omar Celik.
La notizia di una serie di incontri tra i rappresentanti turchi e egiziani era stata anticipata il 26 aprile da Ibrahim Kalin, portavoce e consigliere del presidente Erdogan. Questo aveva sottolineato che i colloqui erano da inserirsi nel progressivo riavvicinamento tra Egitto e Turchia, ufficialmente annunciato il 12 marzo. A tal proposito, il portavoce ha riferito che i capi dei servizi di intelligence e i ministri degli Esteri di entrambi i Paesi sono in contatto. Come dichiarato precedentemente dal ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, obiettivo della visita sarà discutere di una serie di questioni, tra cui la nomina dei rispettivi ambasciatori.
Secondo Kalin, data la realtà dei fatti, è nell’interesse di entrambi i Paesi e della regione normalizzare le relazioni. In particolare, il riavvicinamento tra Ankara e Il Cairo potrà favorire anche la stabilità in Libia, Paese confinante con l’Egitto e la cui sicurezza è legata a quella dei territori egiziani. Ad ogni modo, il consigliere di Erdogan ha sottolineato che il proprio Paese è tuttora legato alla Libia da un accordo, siglato il 27 novembre 2019, ancora in vigore. Il riferimento va all’intesa raggiunta con l’ex governo di Tripoli, altresì noto come Governo di Accordo Nazionale (GNA), relativo alla cooperazione in materia di difesa e alla delimitazione dei confini marittimi nella contesa regione del Mediterraneo Orientale.
In un gesto volto ad ottenere la fiducia del Cairo, il mese scorso, la Turchia ha chiesto ai canali televisivi dell’opposizione egiziana, che operano sul suo territorio, di moderare le critiche rivolte al presidente al-Sisi. L’Egitto ha accolto con favore la mossa, ma ha mostrato cautela di fronte alle richieste turche di legami migliori tra i due Paesi. Per Il Cairo, dimostrare semplicemente buona volontà non è sufficiente, ma è necessario che Ankara concretizzi le “raccomandazioni egiziane”. I dossier che vedono le due parti su fronti opposti riguardano, in particolare, la crisi in Libia e il sostegno alla Fratellanza Musulmana.
Maria Grazia Rutigliano. (Sicurezza Internazionale)