Il direttore dell’OMS rimette in discussione l’origine del Covid

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Per capire come si è originato il Sars-CoV-2 servono ulteriori studi. Tutte le ipotesi, al momento, restano dunque sul tavolo, compresa quella relativa alla possibile fuga del virus dal famigerato laboratorio di Wuhan. Parola di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Poco importa se l’Oms ha appena diffuso un documento nel quale definisce “estremamente improbabile” un’eventuale fuoriuscita dell’agente patogeno dal Wuhan Institute of Virology. Ghebreyesus è entrato a gamba tesa sui risultati messi neri su bianco dal team di esperti inviati in Cina dall’agenzia con sede a Ginevra, chiedendo di approfondire la questione.

Le parole di Ghebreyesus

“Leggeremo il report e ne discuteremo il contenuto con tutti i Paesi del mondo. Tutte le ipotesi sono ancora sul tavolo e serviranno studi completi e approfonditi, oltre a quelli fatti sinora”, ha spiegato il direttore dell’Oms. Ricordiamo che il dossier, formato da 124 pagine, enunciava quattro teorie sull’origine del virus. La più probabile è che il Sars-CoV-2 possa esser stato trasmesso dai pipistrelli all’uomo attraverso un ospite intermedio, forse un pangolino, un tasso o un altro animaletto solito entrare in contatto con gli esseri umani. Possibile anche la pista che porta direttamente dal pipistrello all’uomo, anche se l’opzione del terzo incomodo rende la trasmissione più plausibile. La diffusione del virus attraverso i prodotti alimentari della catena del freddo è possibile ma non probabile, mentre la fuga, diretta o indiretta, del Covid dal laboratorio di Wuhan è stata considerata “estremamente impossibile”.

Sembrava, insomma, che la questione Covid fosse ormai stata archiviata, e che i riflettori fossero puntati sui pipistrelli del sud-est asiatico. Il colpevole, però, potrebbe non essere il suddetto animaletto notturno. O meglio: sono necessari altri studi, altri dati, altre indagini per poterne avere la certezza. Le dichiarazioni di Ghebreyesus affievoliscono, in un certo senso, il dossier che aveva spinto l’Oms e la Cina a chiarire la vicenda. Non solo: in questo modo il direttore generale dell’Oms, in passato accusato di un’eccessiva vicinanza al governo cinese, ha sostanzialmente chiesto di approfondire, punto per punto, ogni teoria. Anche la pista che porta dritta al laboratorio di Wuhan.

Servono nuove prove ?

Detta in altre parole, poiché ci sono pochissime prove, è impossibile avere certezze. I risultati del paper erano per lo più previsti, ma hanno lasciato diverse domande senza risposta. Ad esempio: quando è avvenuta la zoonosi ? A quando risalgono i primi contagi? Nel caso in cui il colpevole fosse un pipistrello, di quale specie si tratta ? Ecco perché Ghebreyesus ha rimesso tutto in discussione proponendo approfondimenti più dettagliati. In ogni caso, lo stesso team dell’Oms inviato a Wuhan ha scoperto che “data la letteratura sul ruolo degli animali da allevamento come ospiti intermedi per le malattie emergenti, è necessario effettuare ulteriori indagini tra cui una maggiore portata geografica”.

La parola d’ordine, quindi, è una: approfondire. Nel frattempo, in vista del futuro, Ghebreyesus si è augurato, in videoconferenza stampa collegato da Ginevra con Bruxelles, che “tutti i Paesi” si impegnino per avere un trattato internazionale in tema di pandemie.

La pandemia di Covid-19 (dichiarata dall’Oms l’11 marzo 2020), ha continuato Ghebreyesus, “ha messo allo scoperto le differenze nei sistemi di risposta. Il tempo di agire è ora: il mondo non può aspettarsi che la pandemia sia finita, per iniziare a pianificare in vista della prossima. Non dobbiamo consentire che il ricordo di questa crisi svanisca e tornare al business as usual”. Forse, anziché guardare al futuro, l’Oms dovrebbe prima soffermarsi sul presente. E dovrebbe farlo pure in fretta. (Inside Over)