(Roma, 14 marzo 2021). Secondo un rapporto pubblicato dal Wall Street Journal, Israele avrebbe colpito, a partire dal 2019 almeno 12 navi dirette verso la Siria, molte delle quali trasportavano petrolio iraniano. Il ministro della Difesa Gantz ha respinto le accuse, intanto però gli investigatori iraniani additano proprio Israele per l’incendio avvenuto a bordo della portacontainer Shahr e Kord, che ritengono un attacco terroristico
L’11 marzo scorso a bordo della nave portacontainer iraniana Shahr e Kord, è divampato un incendio durante la notte nel porto di Latakia, in Siria. Il portavoce della compagnia navale statale Irisl, Ali Ghiasi, in un’intervista a Nournews ha affermato che l’evento è un atto terroristico. Secondo Ghiasi, un “oggetto esplosivo” ha colpito la nave causando un piccolo incendio subito sedato. “Tali atti terroristici”, ha proseguito il portavoce, “sono esempi di pirateria e violano il diritto internazionale”.
L’Iran solitamente tace su questi fatti perché il traffico di greggio verso la Siria è una violazione delle sanzioni internazionali, ma stavolta qualcosa è cambiato. L’accaduto ha fatto divampare in rete varie congetture sulla natura israeliana del presunto attacco terroristico, vista come la reazione di Israele all’Iran per l’esplosione avvenuta a bordo della nave di proprietà israeliana MV Helios Ray mentre transitava nelle acque del Golfo dell’Oman.
Secondo un rapporto pubblicato dal Wall Street Journal, Israele avrebbe già colpito, a partire dal 2019 almeno 12 navi dirette verso la Siria, molte delle quali trasportavano petrolio iraniano. Le fonti del giornale, “ufficiali statunitensi e regionali”, hanno riferito che gli attacchi non avrebbero mai affondato le navi, ma avrebbero costretto almeno due di esse a fare ritorno in porto in Iran.
Dopo queste notizie diffuse dal Wall Street Journal però si è alzata la voce di Benny Gantz che ieri durante un evento pubblico ha dichiarato che “Israele non è responsabile dello sversamento di greggio che ha causato danni ingenti alla sua fascia costiera sul Mediterraneo”. Le parole del ministro della Difesa vengono riportate da Times of Israel, e sono correlate alle accuse del giornale Usa che hanno fatto dilagare altresì l’ipotesi che la nave Emerald sia stata vittima di boicotaggio. Gantz ha escluso totalmente che la petroliera libica partita dall’Iran, che ha causato danni alla costiera israeliana per uno sversamento ingente di petrolio, sia stata danneggiata da Israele. Viceversa però Haaretz sostiene che ad ora le accuse della ministra israeliana dell’Ambiente Gila Gamliel, secondo cui la Emerald avrebbe compiuto un atto di terrorismo ambientale contro Israele, non trovano fondamento.
Intanto però l’agenzia di stampa iraniana Mehr ha pubblicato la notizia che gli investigatori iraniani ritengono “probabile” il coinvolgimento di Israele nell’attacco alla Shahr e Kord.
Due fonti della sicurezza marittima iraniana hanno riferito che dalle prime analisi la nave sarebbe stata intenzionalmente colpita “da una fonte sconosciuta”. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Saeed Khatibzadeh, riporta l’agenzia Nova, ha dichiarato che l’Iran vuol andare fino in fondo per identificare gli autori.
“I rapporti confermano che l’attacco di sabotaggio alla nave è in palese violazione del diritto internazionale e dei regolamenti marittimi”, ha detto Khatibzadeh in una conferenza stampa.
Luigi Romano. (Formiche)