Svizzera al voto sul divieto del velo islamico in pubblico

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Domani in Svizzera il referendum promosso dal comitato di Egerkingen legato alla Destra ultranazionalista che chiede di abolire il diritto di coprirsi il viso alle donne di fede islamica. I cittadini dovranno esprimersi sul divieto di indossare il Niqab e il Burka negli spazi pubblici, cosa che il Comitato promotore già noto per il ‘no’ alla costruzione di minareti approvato con una consultazione popolare nel 2009, considera segno di radicalizzazione. « Fermare l’islamismo radicale! » è infatti lo slogan impresso sui manifesti che invitano a votare sì, sullo sfondo un viso di donna con un Niqab nero e lo sguardo coperto da occhiali da sole neri. Obiettivo « Fermare l’islamizzazione della Svizzera », in un paese in cui circa il 5% degli 8,6 milioni di abitanti è musulmano e l’uso del Burqa e del Niqab è quasi assente. L’iniziativa gode del pieno appoggio del Partito Popolare Svizzero (Svp), prima formazione politica del Paese. È invece osteggiata dalla maggioranza del Parlamento. Ma la natura del quesito divide i partiti, con favorevoli e contrari a Destra e a Sinistra. « In un paese libero mostri la tua faccia », riassume al telefono col quotidiano El Pais Anian Liebrand, portavoce del comitato di Egerkinger e membro Svp.  « Le donne devono decidere sul proprio corpo », è la linea del partito socialista elvetico che rivendica il diritto delle donne a vestirsi come vogliono e vede nel quesito referendario un attacco alla libertà religiosa marchiato da islamofobia e razzismo.  Anche alcune femministe ed esponenti dell’Islam liberale, fra cui l’imam di Berna, Mustafa Memeti, si sono detti a favore. L’esito della consultazione è al momento incerto. Gli ultimi sondaggi danno una lieve maggioranza di Sì, ma il numero dei favorevoli è in netta diminuzione rispetto a rilevamenti precedenti. La proposta anti burqa prevede il divieto di coprirsi il viso con eccezioni per « motivi inerenti alla salute, alla sicurezza, alle condizioni climatiche e alle usanze locali ».  In ogni caso governo e maggioranza del Parlamento hanno ripetutamente espresso perplessità riguardo alla proposta di legiferare su un fenomeno che nella confederazione è « marginale ».  « Il divieto non offre protezione contro l’estremismo e il terrorismo », è l’idea della ministra della Giustizia Karin Keller-Sutter che sostiene che dovrebbero essere i cantoni a legiferare in proposito. Forte anche del fatto che Canton Ticino (Sud) e Canton San Galo (Nord-est) lo hanno già fatto. Nel primo il divieto del Burka è in vigore dal 2016, nel secondo dal 2019. Altri cantoni come Zurigo, Svitto o Glarona si sono dichiarati contrari al divieto. (Rai News)