(Roma il 19 febbraio 2021). La visita del nuovo primo ministro libico ad interim, Abdul Hamid Dbeiba, in Egitto è stata vista da alcuni come una mossa simbolica volta a rassicurare Il Cairo, alla luce dello stretto legame tra Tripoli e Ankara.
A riferirlo, il 19 febbraio, il quotidiano al-Arab, il giorno successivo al meeting che ha visto Dbeiba incontrare il presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al-Sisi, nella capitale Il Cairo. Da un lato, il capo di Stato egiziano ha sottolineato la volontà del suo Paese di continuare a sostenere la Libia, al fine di consolidare le basi per la pace e la stabilità del vicino Nord-africano. Dall’altro lato, il premier ad interim ha mostrato apprezzamento per gli sforzi profusi dall’Egitto per giungere a una risoluzione della crisi libica, sostenendo le sue istituzioni e impegnandosi altresì nella lotta al terrorismo e ai gruppi estremisti. Parallelamente, Dbeiba ha messo in luce il desiderio della Libia di stabilire un partenariato inclusivo con Il Cairo, al fine di trarre ispirazione dalle esperienze di successo egiziane nel suo cammino di sviluppo.
Come riportato dal quotidiano, al momento il primo ministro, la cui nomina risale al 5 febbraio scorso, mira a trovare un equilibrio tra Egitto e Turchia, probabilmente con l’obiettivo di evitare una scelta che potrebbe portarlo a schierarsi con uno dei due Paesi. Da un lato, Ankara, già alleata del governo di Tripoli nel corso della crisi libica, e che ha contribuito a determinare le sorti del conflitto, a detta di al-Arab ha altresì incoraggiato l’ascesa del nuovo premier a Ginevra, nel corso dei colloqui del Forum di dialogo politico. Dall’altro lato, Il Cairo, sostenitrice dell’Esercito Nazionale Libico (LNA) e del generale Khalifa Haftar, sta mostrando un crescente interesse anche per l’Ovest libico e la sua influenza non è da sottovalutare. Motivo per cui, la missione di Dbeiba consiste altresì nell’evitare uno scontro con il vicino egiziano.
Secondo Ahmed Aliba, ricercatore presso il Centro egiziano di studi strategici del Cairo, in passato l’Egitto era stato portato a credere che la formazione del Governo di Accordo Nazionale (GNA), nato con gli accordi di Skhirat del 17 dicembre 2015 e guidato da Fayez al-Sarraj, avrebbe assicurato stabilità in Libia. Tuttavia, sottolinea il ricercatore, la situazione è cambiata quando il premier tripolino ha ceduto “ai piani di estorsione” delle milizie e si è arreso alle pressioni esercitate dalla Turchia. Gli eventi susseguitisi hanno così portato l’Egitto ad allontanarsi da Tripoli.
Ora, però, ha riferito Aliba, Il Cairo sta mostrando una grande disponibilità a collaborare con il governo di Dbeiba. A testimoniare tale posizione, vi è stata la conversazione telefonica di al-Sisi alle nuove autorità esecutive e poi il meeting del 18 febbraio, svoltosi ancora prima dell’annuncio della nuova squadra governativa, previsto per il 26 febbraio. Un atteggiamento simile, secondo il ricercatore, mostra come l’Egitto non voglia ripetere l’esperienza passata e mantenere le distanze dalla Libia occidentale, scommettendo solo sul campo orientale. Motivo per cui, è probabile che Il Cairo eserciterà un’influenza tangibile sul nuovo governo libico, garantendo, al contempo, l’organizzazione delle elezioni entro la data stabilita, il 24 dicembre 2021.
Il quadro delle rinnovate relazioni tra l’Egitto e l’Ovest libico include altresì l’incontro del 15 febbraio, quando una delegazione egiziana si è recata a Tripoli per delineare i preparativi logistici che porteranno all’apertura dell’ambasciata dell’Egitto nella capitale libica e di un consolato a Bengasi, al fine ultimo di facilitare la circolazione dei cittadini tra i due Paesi Nord-africani. Non da ultimo, il 18 febbraio, Il Cairo ha approvato la ripresa dei voli dalla Libia all’Egitto, con voli in partenza dall’aeroporto Benina di Bengasi verso l’aeroporto Burj al-Arab di Alessandria. Per la prossima settimana, è poi prevista la ripresa dei voli anche dall’aeroporto di Mitiga. Come riferito da al-Arab, gli sforzi egiziani stanno attualmente avanzando su binari paralleli. Da un lato, l’Egitto sta esortando Dbeiba a nominare ministri qualificati che non abbiano particolari relazioni con la Turchia. Dall’altro lato, Il Cairo desidera preservare i risultati del Comitato militare congiunto 5 + 5 e garantire un cessate il fuoco permanente, al fine di potenziare sicurezza e stabilità. Non da ultimo, l’Egitto sembra essere interessato anche ai progetti infrastrutturali in Libia.
Alla luce di ciò, riporta al-Arab, il compito di Dbeiba dovrebbe essere cercare un terreno comune tra l’Egitto e la Turchia, sebbene non siano stati aperti canali di comunicazione tra i due Paesi. Per fare ciò, si prevede che il nuovo premier libico cercherà di tenere conto degli interessi di entrambe le parti, provando a dissipare i timori del Cairo sulla sua potenziale inclinazione nei confronti di Ankara.
Ad ogni modo, a detta di alcuni analisti, sia l’Egitto sia la Turchia non vogliono uno scontro diretto in Libia. Questo è stato già dimostrato nel momento in cui le forze turche non hanno violato la linea rossa tracciata dall’Egitto a Sirte e Jufra, nel corso delle ultime fasi del conflitto, dopo che Il Cairo aveva minacciato di intervenire militarmente in Libia se quella linea fosse stata violata. A tal proposito, Aliba ha spiegato che “i due Paesi sono in grado di forgiare un consenso politico”, in un modo da non porre problemi al nuovo esecutivo libico e da non accendere nuove tensioni sul campo. Per il ricercatore, se Ankara volesse arrivare a uno scontro, verrebbe frenata da attori sia interni sia esterni, disposti a opporsi ad azioni ostili con misure rigorose.
Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)