(Roma il 29 gennaio 2021). Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, si è recato in Turchia, per una visita ufficiale durante la quale ha incontrato il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu, venerdì 29 gennaio. Tra i temi discussi, vi è stato anche l’accordo sul nucleare iraniano.
Zarif è, in realtà, giunto nel Paese nella sera del 28 gennaio, nel quadro di un tour regionale che comprende anche altri Paesi, tra cui Azerbaigian, Russia, Georgia e Armenia. L’obiettivo, secondo quanto riporta il quotidiano al-Araby al-Jadeed, è cercare opportunità volte a rafforzare le relazioni dell’Iran con i suoi vicini, approfittando delle nuove condizioni internazionali determinate dal cambio della presidenza alla Casa Bianca.
Come riferito nel corso di una conferenza stampa congiunta tenutasi a margine del bilaterale, Cavusoglu e Zarif si sono detti concordi a cooperare per promuovere stabilità e pace a livello regionale. Tale obiettivo potrà essere raggiunto attraverso l’implementazione di alcuni meccanismi diplomatici, tra cui quelli già esistenti per il Caucaso e per la Siria. Circa quest’ultimo Paese, il riferimento va ai cosiddetti colloqui di Astana, volti a risolvere la crisi siriana, e in cui Iran, Turchia e Russia svolgono il ruolo di Paesi garanti. Al contempo, i due Paesi si sono detti impegnati a creare uno strumento simile per l’Afghanistan. Si tratterebbe, in particolare, di un meccanismo “trilaterale”, così come richiesto dal governo di Kabul.
Tuttavia, Ankara e Teheran sono consapevoli delle difficoltà e delle sfide che ciascuna di essa si trova ad affrontare. Motivo per cui, il ministro turco ha messo in luce la necessità di rafforzare non solo i legami bilaterali, ma altresì un partenariato strategico. Per Zarif, l’asse Teheran-Ankara ha mostrato la capacità di sopravvivere anche in momenti difficili e, pertanto, le relazioni tra i due Paesi continueranno a rafforzarsi anche in futuro. Questo perché un tale legame è essenziale per soddisfare gli interessi di entrambi, oltre che dell’intera regione. A tal proposito, il ministro iraniano spera che si possa assistere a “giorni migliori” ora che “l’amministrazione terroristica statunitense” è andata via, con riferimento all’ex capo della Casa Bianca, Donald Trump. Le sanzioni imposte dagli USA e la pandemia di Covid-19, ha ammesso Zarif, hanno talvolta ostacolato le relazioni tra Ankara e Teheran, ma queste si rafforzeranno presto, soprattutto in settori quali energia, commercio e trasporti.
Particolare attenzione è stata poi posta all’accordo sul nucleare iraniano, il cosiddetto Joint Comprehensive Plan of Action (JCPOA), siglato il 14 giugno 2015 tra l’Iran e i membri del gruppo 5+1 ovvero USA, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania, e da cui Washington si è unilateralmente ritirata l’8 maggio 2018, provocando la re-imposizione di sanzioni contro Teheran e un clima di tensione sempre più acceso. In tale quadro, il ministro di Teheran ha definito la politica di massima pressione esercitata dagli Stati Uniti una forma di “terrorismo economico” e si è detto speranzoso in un approccio più “costruttivo” con la nuova amministrazione guidata dal presidente neoeletto, Joe Biden. Ad ogni modo, ha specificato Zarif rispondendo a una recente affermazione di Washington, Teheran si aspetta che siano gli USA a fare il primo passo, in quanto sono stati loro i primi a ritirarsi dall’intesa. Anche Ankara ha espresso parole di speranza verso il nuovo capo della Casa Bianca, il quale potrebbe favorire un ritorno degli USA nell’accordo sul nucleare e il ritiro delle sanzioni imposte sinora, verso cui la Turchia si è mostrata contraria.
La Turchia era tra le otto potenze, accanto a Cina, India e Giappone, che erano state inizialmente esonerate dalle sanzioni statunitensi e autorizzate a continuare le importazioni di greggio iraniano. Le esenzioni, tuttavia, sono terminate il 2 maggio 2019 e da allora non sono state più rinnovate. Circa il settore del gas naturale, tra Ankara e Teheran vi è, invece, un accordo con scadenza ogni 5 anni e, sebbene sia possibile trasportare 10 miliardi di metri cubici di gas, in realtà tale cifra non è stata mai raggiunta, attestandosi perlopiù tra i 7 e i 9 miliardi.
Piera Laurenza. (Sicurezza Internazionale)