Indonesia (segue): precipitato in mare un Boeing partito da Giacarta, 62 le persone a bordo

0
340

Il Boeing 737-500 della compagnia indonesiana Sriwijaya Air scomparso dai radar a pochi minuti dal decollo da Giacarta è precipitato in mare. Lo riferisce il capitano della guardia costiera di Trisula alla tv locale, secondo quanto riporta il China Daily. La squadra di soccorso ha recuperato i primi resti umani dalle acque dove è avvenuto il disastro, ha aggiunto l’ufficiale. Secondo il sito AirLive, ci sarebbero a bordo 62 persone:  46 adulti, 7 bambini, 3 neonati e 6 i membri dell’equipaggio. Il velivolo è partito dalla capitale indonesiana Giacarta ed era diretto a Pontianak nella provincia Kalimantan Ovest. Lo riferisce il ministero dei Trasporti indonesiano, spiegando che sono in corso le attività di ricerca e soccorso. Secondo i media locali l’aereo sarebbe sparito dal radar dopo quattro minuti dal decollo.

Il sito Flight Radar 24 afferma che il velivolo ha perso oltre 10.000 piedi (circa 3 chilometri) di quota in meno di un minuto. La compagnia aerea indonesiana Sriwijaya Air sta raccogliendo informazioni più dettagliate prima di rilasciare ogni comunicato.

Un pescatore che si trovava in mare al largo di Giakarta ha raccontato di aver visto un aereo schiantarsi in mare dopo una picchiata. Lo riportano le tv indonesiane. Secondo Airfleets.net, il velivolo era stato consegnato alla statunitense Continental Airlines nel 1994 ed era entrato nel 2012 a fare parte della flotta di Sriwijaya Air, un piccolo vettore locale con 9 aerei, tutti appartenenti alla famiglia dei 737: tre della serie 500, otto della 800 e una della 900. Si tratta di versioni precedenti il 737 Max 8, il modello Boeing coinvolto nei disastri dei voli Lion Air 610 (189 morti il 29 ottobre 2018) e dell’Ethiopian Airlines 302 (157 morti il 10 marzo 2019), dovuti all’errata attivazione, poco dopo la partenza, di un software antistallo sul quale il personale di bordo non era stato adeguatamente informato. Due giorni fa la compagnia aerea statunitense ha patteggiato 2,5 miliardi di dollari per chiudere l’inchiesta penale che era stata avviata in USA. (La Repubblica)