(Roma 06 gennaio 2021). Pechino sta facendo difficoltà di ogni sorta per ritardare l’ingresso di una missione internazionale di inchiesta che dovrebbe aiutare a fare chiarezza su come si è sviluppato e diffuso il virus. Così tante che persino il direttore dell’Organizzazione, accusato di essere filo-Pechino, ha perso la pazienza.
La Cina ha negato di aver impedito l’arrivo di un team di scienziati dell’Oms per indagare sulle origini del Covid-19 e ha assicurato che sono ancora in corso negoziati. I ritardi della missione a lungo pianificata dall’Oms « non sono solo una questione di visti », ha precisato una portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, assicurando che continuano i colloqui sulla « data » e sull' »organizzazione » della visita.
« La questione della ricerca dell’origine del virus è incredibilmente complicata. Per garantire che il lavoro del team di esperti internazionali in Cina proceda senza intoppi, dobbiamo eseguire le procedure necessarie e prendere accordi pertinenti », ha spiegato la portavoce assicurando con l’Oms « non ci sono mai stati problemi di cooperazione » e che Pechino « sta facendo del suo meglio per creare buone condizioni affinché il gruppo di esperti internazionali venga in Cina ».
Ma il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha rivelato ieri che le autorità cinesi hanno impedito per ora l’arrivo di alcuni esperti dalla missione, dicendosi « molto deluso » da Pechino.
« Nelle ultime 24 ore, molti degli esperti hanno iniziato il loro viaggio in Cina dai loro Paesi, ma oggi abbiamo appreso che le autorità cinesi non hanno finalizzato i permessi necessari per l’arrivo della squadra, quindi sono molto deluso », ha detto Tedros, assicurando di essere in contatto con Pechino « far capire loro che la missione è una priorità ».
Il direttore generale ha detto anche che la Cina gli ha assicurato una accelerazione delle procedure per facilitare l’inizio della missione. All’inizio della settimana Pechino ha rifiutato di confermare le date e i dettagli esatti della visita. L’Oms aveva precedentemente affermato che la Cina ha concesso il permesso ad un team di 10 persone.
A novembre l’Oms aveva comunicato che la missione è composta da scienziati provenienti da Stati Uniti, Giappone, Russia, Regno Unito, Paesi Bassi, Danimarca, Australia, Vietnam, Germania e Qatar.
Alcuni sono collegati all’agenzia con sede a Ginevra, altri all’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) e altri all’Organizzazione mondiale per la salute animale.
La missione dovrebbe recarsi, tra l’altro, nella città di Wuhan (Cina centrale), dove sono stati rilevati i primi casi di Covid, e in linea di principio il suo obiettivo è quello di trovare la possibile origine animale del virus e attraverso quali canali è stato trasmesso all’essere umano.
Sull’organizzazione di questa missione, ritardata per mesi, si è sempre saputo poco, sia dalle autorità cinesi che dalla stessa Oms. Un team di esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità ha già visitato la Cina a luglio e a febbraio per indagare sulle origini del coronavirus, ma in entrambe le occasioni sono stati divulgati pochi dettagli.